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Serie A Juve, Conte: Non parlerò più prima delle partite

Il tecnico della Juve: «Non ci saranno più, fino alla fine del torneo, conferenze pre-partita alla vigilia. Il rigore? Regola dell'espulsione è penalizzante. Ammazziamo anche il portiere...». Marchisio: «Un segnale per noi che abbiamo rimontato in inferiorità numerica»
ROMA - Antonio Conte chiude il suo intervento a Sky con una polemica: «Non ci saranno più conferenze stampa alla vigilia del campionato fino alla fine del torneo». Il riferimento è alle polemiche legate al caso Vucinic-Guarin ma il tecnico della Juve non si dilunga ulteriormente. In precedenza Conte ha poi commentato il pareggio contro la Lazio: «Volevamo vincere, sia quando eravamo in undici, sia quando eravamo in dieci. Noi cerchiamo di inculcare la mentalità vincente, anche nella disgrazia con l'espulsione del portiere, e penso che nella difficoltà la reazione è stata positiva perché nelle difficoltà emergono gli uomini e non solo i calciatori. Abbiamo preso un punto, oggi la Juve ha dimostrato perché è prima in classifica, semmai qualcuno nutrisse dei dubbi, e dispiace perché si interrompe la striscia di 12 vittorie consecutive. A me e ai ragazzi avrebbe fatto piacere continuare a vincere ancora, ma bisogna fare i complimenti alla Lazio. Juve sottotono in 11 secondo Marchisio? È una questione di tempo, poi i nostri si sarebbero trovati»

LE PAROLE DI MARCHISIO - "Volevamo continuare a vincere, specialmente dopo la sconfitta in Coppa Italia. Ma per come si era messa, in undici contro dieci abbiamo avuto una grande reazione e siamo riusciti a pareggiare. Dispiace perché in undici contro undici abbiamo giocato sotto ritmo, non riuscivamo a trovare gli sbocchi giusti per i nostri attaccanti e potevano fare di più". Intervistato da Sky subito dopo la fine di Lazio-Juventus il bianconero Claudio Marchisio si dimostra soddisfatto a metà. "Che segnale è questo pareggio per chi ci insegue? - dice ancora il centrocampista -. Deve essere un segnale per noi che abbiamo rimontato anche in inferiorità numerica". "La Lazio difendeva molto bassa - aggiunge Marchisio - e non ci lasciava spazi con i nostri attaccanti che potevano ricevere palla solo spalle alla porta. L'espulsione è da vedere perché due anni fa contro l'Inter in una situazione simile non diedero il rosso al loro portiere che mi aveva steso".

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