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Higuain: «A Napoli tre anni meravigliosi, ma non sono pentito della scelta Juve»

LaPresse
Il Pipita si racconta: «Al San Paolo sarà un ritorno speciale. A Torino, però, sto benissimo. Sto crescendo ancora di più come calciatore»

ROMA - «A Napoli sarà un ritorno speciale. Ho vissuto tre anni al San Paolo, in quella città. Quando ho preso la decisione di andare via da Madrid, stavo pensando a quale squadra scegliere, in quel momento è arrivato il Napoli e ho detto a mio fratello: “Andiamo”. Ringrazierò sempre i tifosi, i compagni, lo staff e gli amici che ho lasciato». Gonzalo Higuain si racconta ai microfoni di Sky Sport. Il Pipita parla della sua ex squadra e del delicato passaggio alla Juventus, concretizzatosi in estate. «Dopo mi ha preso questa grandissima squadra e di questo, l’ho detto sin dal primo giorno, non sono per niente pentito. Sono felice, mi sento benissimo e sento che sto crescendo ancora di più come calciatore. Si sta più tranquilli e questo per un calciatore è fondamentale».

GLI INIZI IN ARGENTINA - «Al River sono stato dieci anni, da quando avevo 9 anni fino ai 18. Nove anni di cui sono molto grato, perché mi hanno fatto crescere tanto da poter andare poi in Europa. River-Boca è stata tutta la vita una rivalità molto forte, molto sentita». Il padre Jorge, durante la carriera di calciatore, ha indossato anche la maglia degli Xeneizes. «Dovrei perdonarlo? No, ognuno è libero di scegliere quello che vuole. È uno sport, ognuno prova a scegliere quello che pensa possa renderlo più felice, quello che pensa sia meglio per se stesso, per la famiglia e per stare bene».

IL VALORE DELLA MAGLIA - «Esiste, però come ho già detto è uno sport, è come tanti altri lavori. Il rischio si deve prendere. Qualche volta può andare bene, qualche volta male ma, ogni volta che si prende una decisione, si deve essere convinti del fatto che sia quella giusta».

IL REAL MADRID – L’arrivo in Europa lo vede protagonista a Madrid con una maglia pesantissima. «È stato in un momento delicato della mia vita: ero molto giovane. Avevo da poco iniziato con il River e non mi aspettavo mi venisse a cercare una squadra di quel calibro. Fino a che non sei lì, è difficile immaginare la dimensione di quello che ti sta accadendo. Infatti la mia famiglia mi diceva: “Ma ti rendi conto che sei un giocatore del Real Madrid?”. No, non mi rendevo conto di quella cosa».

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