MIAMI - Davanti al Saint Regis Resort, nel cuore di Bal Harbour, lussuosa contea sulla costa atlantica a due passi da Miami Beach, i tifosi urlano il suo nome. Gigi Buffon si ferma, ha un sorriso per tutti, selfie e autografi aumentano il batticuore. Un paio di anni fa il New York City avevano cercato di sedurlo, ma non era tempo di abbracciare un altro calcio, dorato e soft. Non è ancora tempo, non lo sarà mai. L’America è solo una passerella, un trampolino verso la nuova stagione, la diciassettesima in maglia bianconera e la ventiduesima di una carriera leggendaria. «Potrebbe essere la mia ultima chiamata e questo è molto elettrizzante. Cerco di cogliere l’aspetto speciale della cosa, come quando pensi di visitare un luogo per l’ultima volta: ti accorgi di quanto è bello e desideri cristallizzare immagini o emozioni che porterai dentro per sempre. Sarà una stagione speciale, ma voglio renderla formidabile con prestazioni all’altezza del mio nome che possano aiutare la Juve almeno a ribadire quanto di buono ha fatto in questi anni».

Il campionato si annuncia più equilibrato...
«Lo attendo con trepidazione: ripartiranno squadre che hanno attraversato un po’ di stagioni in decadenza, perciò sarà più piacevole e godibile. Ma nemmeno l’anno scorso abbiamo creato il vuoto: Napoli e Roma hanno combattuto».

Senza Bonucci e Dani Alves restate i più forti?
«Sicuramente siamo diversi perché entrambi avevano doti particolari, non tipiche dei ruoli ricoperti. Cambierà il nostro modo di giocare: bisogna aspettare per vedere se sarà migliore o peggiore».

Perché hanno scelto di andare via?
«Penso che Leo sentisse il bisogno di una nuova sfida e sicuramente quella del Milan l’avrà intrigato. Dani anche, probabilmente: a un’età come la sua, se non sei di nessuna parrocchia, vuoi metterti alla prova in tutte le Nazioni».

Sulla notte di Cardiff circolano tante indiscrezioni...
«Mi interessano poco: non abbiamo perso per fantomatiche liti, ma perché abbiamo trovato una squadra superiore».

Il Barcellona tenta Dybala...
«Non si può stare dietro le voci. Finché non chiude il mercato nessuno è sicuro. Il mondo dei social rende tutti più instabili e precari,ma le dichiarazioni di calciatori e dirigenti contano. Dybala servirà alla Juve per arrivare dove non siamo ancora arrivati».  

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