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Agnelli: «Allegri ha proseguito il lavoro che per altri era finito»

Il presidente della Juventus ha espresso il suo orgoglio per i risultati degli ultimi anni di fronte all'assemblea degli azionisti e ha indicato la via: «Il nostro primo obiettivo è vincere in Italia: voglio un altro Tricolore»

Agnelli si complimenta poi con Carlo Tavecchio, prima di fare il punto sullo stato di salute del calcio italiano confrontandolo con la situazione dei principali campionati europei: «Faccio un plauso al presidente della Federcalcio nella sua veste di commissario di Lega e ai sub commissari Uva e Nicoletti. Con estrema difficoltà abbiamo approvato un nuovo statuto che consente una governance più snella. Ieri (in Lega, ndr) c'è stato un incontro positivo, sono stati formati due gruppi lavoro e verosimilmente verrà affidata a una società di cacciatori di teste l'incarico di individuare il profilo privato dell'amministratore delegato. L'auspicio è quello di sviluppare il prodotto calcio. Qui giochiamo 38 partite l'anno più la Coppa Italia e le sfide rimangono le stesse: continuare la crescita economica e anche la crescita delle infrastrutture. La distribuzione del campionato di Serie A?. Un conto è vendere il prodotto economicamente, ma poi bisogna assicurarsi che questo venga trasmesso. Non ci è di nessuna utilità se poi non viene trasmesso o inserito in pacchetti che invoglino a guardarlo. Da parte mia va poi fatto un richiamo fermo a quello che è lo sviluppo della società e del calcio italiano: 20 squadre sono troppe e questo è un tema che viene dibattuto anche a livello internazionale. E poi vorrei sottolineare ancora l'importanza delle seconde squadre». Queste ultime permetterebbero di assecondare anche le richieste della confederazione europea: «Il presidente UEFA ha puntato il dito contro i troppi prestiti e ha ragione, però è altresì vero che per società che operano nel sistema come il nostro ridurre il numero di prestiti significa poter avere delle squadre vere e proprie in cui poter far giocare i giovani che altrimenti non trovano sbocco. Il campionato Primavera è un buon campionato, ma non permette di produrre giovani pronti per la prima squadre Chievo e Torino hanno vinto il campionato, ma nessuno dei loro componenti ha esordito in Serie A l'anno successivo».

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