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Juventus, Buffon chiude il 20 maggio: l’ultima contro il Verona

La carriera del fuoriclasse terminerà a 40 anni. L’annuncio dell’addio nella notte di Madrid: «Mi dispiace lasciare questi ragazzi, spero di aver dato loro qualcosa»

TORINO - È l’ultima domanda di una notte che non finisce più ed è l’ultima risposta di chi sta per annunciare il suo addio. Buffon ha gli occhi rossi, le lacrime a fior di pelle, è svuotato di ogni energia. Da una telecamera all’altra, da un taccuino all’altro ha rovesciato la sua ira sull’arbitro inglese. Ha parlato di un bidone d’immondizia al posto del cuore, di un crimine all’umanità sportiva, di una sensibilità degna di un animale. Gigi ha vinto la partita, ha perso la qualificazione con quel rigore malandrino ed è stato espulso prima che Ronaldo trafiggesse il suo vice Szczesny.

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I SALUTI - Mezzanotte e mezza è già passata e davanti a una transenna dello stadio dove finalmente ha vinto, seppure nel modo più beffardo, arriva la domanda dei giornalisti della tv della Juve: quanto sei orgoglioso di essere il capitano di questa squadra? «Da morire, da morire, da morire. Il dispiacere più grande di smettere di giocare è quello, di lasciare questi ragazzi. Però la vita va avanti, spero di avergli trasmesso qualcosa e spero ne facciano tesoro». E’ l’annuncio, è l’addio, seppure mimetizzato fra sentimenti di orgoglio, di passione, di rabbia e di riscatto. Buffon non ci ripenserà, nemmeno dopo che l’ultimo atto europeo si è trasformato in una eliminazione così brutale. Qualche minuto prima, in zona mista, ha detto: «Ho talmente ponderato questa decisione che non ci posso ripensare». E anche Andrea Agnelli, quando gli hanno chiesto se Gigi potesse tornare sui suoi passi per impedire che una carriera come la sua finisse così male, ha risposto sorridendo: «Male? Ma se ha vinto 3-1 al Bernabeu».

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