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Juventus, il dolce peso di gestire Cristiano Ronaldo: cosa può cambiare

Molti si chiedono quale impatto avrà CR7 sullo spogliatoio. Lui ha due qualità decisive: ti fa vincere e lavora più di te

I bookmakers accettano già le scommesse: quando Massimiliano Allegri spedirà in panca CR7, come ha fatto con tutti, da Higuain a Dybala, da Mandzukic a Cuadrado, prima di lui? Passata la festa, anzi proprio cancellata, superate le disquisizioni tattiche - gioca di qui, gioca di là, gioca con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3 -, riflettiamo sulla gestione dello spogliatoio bianconero. Fossimo alla Scala, quella del Piermarini, Ronaldo avrebbe un camerino tutto suo, da vera étoile. Nel calcio, ovviamente, non funziona così. Ronaldo starà nel “vestuario” come tutti gli altri. E come tutti gli altri verrà trattato, con il dovuto rispetto. Alla Juve è sempre andata così. Alla Juventus non si ritirano le maglie, perché si pensa che dopo un grande numero 10 o 7, possa arrivarne anche uno più grande. 

(...)

Due categorie di stelle non causano malumori: quelli che ti fanno vincere e quelli che si allenano più di te. Maradona rispondeva al primo requisito, Ronaldo a tutti e due. Racconta Ancelotti: «Cristiano si allenava sempre, era capace di rimanere fino alle tre del mattino a Valdebebas per curare il suo corpo con bagni ghiacciati, con Irina che lo aspettava a casa. La sua preoccupazione non sono i soldi, ma essere il numero 1». Con uno così, tecnico e compagni non possono avere problemi. C’è poi un valore aggiunto nel rapporto club-Ronaldo, Pavel Nedved. Già vicino alla squadra, il consigliere del presidente ha una mentalità fotocopia di quella di CR7. Con Ronaldo avrà un canale privilegiato. Alla Juve la leadership nello spogliatoio è sempre stata fluida. Nel settennato c’era un forte nucleo italiano ma ora la BBBC, Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, è dimezzata, ci sono molti giovani e molti stranieri. E comunque la Juventus è come il vecchio PCI, di cui tutti i più importanti dirigenti erano tifosi bianconeri. Non sono consentite le correnti. L’uomo forte non serve. La leadership è la mentalità. Vincere sempre. La stessa di CR7.

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