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Paratici: «Ronaldo? Non è stata la mia trattativa più lunga»

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Il ds della Juve: «Tevez è stato il mio chiodo fisso. Conte voleva calciatori funzionali al suo gioco, Allegri più elastico»

Il tuo primo tesserino?
«Io sono nato in questo paese (Borgonovo, ndr), dove mio padre era il presidente della squadra che giocava in prima categoria in questi campionati dilettantistici. Quindi il mio primo tesserino l’ho firmato con il mio papà e mio padre ha firmato anche il primo trasferimento, quando a 14 anni sono passato dalla Borgonovese al Piacenza».

Quindi il DNA delle trattative di mercato nasce da tuo padre?
«Io mi ricordo quando mio padre mi portava ai famosi tornei estivi, il calcio dilettantistico viveva di questi incontri. Io ero piccolo, avevo 6, 8, 10 anni e andavo spesso. Probabilmente anche quello ha inciso».

Da calciatore hai marcato Mazzarri...
«Al mio esordio tra i professionisti c’era ancora la famosa marcatura a uomo e in un Piacenza-Modena finì 1-0 per il Modena. Non segnò Mazzarri, fortunatamente per me (sorride, ndr)».

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