Federico Bernardeschi 8
A furia di ripeterglielo, Allegri gli ha tolto il vizio del tacco, del bello per il bello. Quando Max gli disse che «deve capire che la Juve non è la Fiorentina» qualcuno ci vide perfi no un’off esa, ma era la verità. Al Franchi bastava un gesto qualunque per ricevere un applauso, nella Juve quel gesto qualunque devi farlo bene e soprattutto deve servire alla squadra. Sennò, lascia stare. Il processo di maturazione sembra concluso, come ha dimostrato la partita contro l’Atletico Madrid. Ma a parte un periodo con qualche diffi coltà, il suo gioco è diventato concreto, pur concedendo spazio alla creatività. Può fare l’ala, l’interno e il trequartista, tutto questo grazie ad Allegri.
Emre Can 8
Può fare tutto, l’esterno a centrocampo e il terzino, l’interno e il terzo difensore di una difesa a tre. E’ un giocatore prezioso, che in certi momenti ha fatto un passo indietro nel rendimento per poi riprendere immediatamente la sua dimensione internazionale.
Blaise Matuidi 8
Un giocatore chiamato “rimorchio”. Se l’azione si sviluppa a destra, state tranquilli che lo ritroverete a sinistra nell’area avversaria in attesa della palla o, meglio ancora, mentre la palla è in arrivo. Il francese sfugge ai radar, a noi ricorda il primo Cambiasso interista, quello allenato da Mancini, arrivava in area a fari spenti e ci lasciava la sua fi rma. Così fa il francese, a segno tre volte in questo campionato come in quello scorso.
Miralem Pjanic 8
Ci sono state delle partite (quella più recente a Cagliari) in cui il bosniaco si è divertito a creare il gioco. Non è stato, non è e non sarà mai Pirlo, il più grande regista del calcio italiano, ma la padronanza con cui si è impossessato del ruolo di play è notevole. Quando gioca bene lui, anche la Juve gioca bene.
Corriere dello Sport
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