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Ronaldo oltre la legge

Tutta la questione si riassume in una domanda: il Fenomeno è, come direbbero i giuristi, “sciolto dalle leggi”? Sarri dice che no, almeno a una legge anche il Fenomeno risponde. È la dura legge del campo: quando vede Ronaldo vagolare come un’ombra senza acchiappare più un pallone, il tecnico di Bagnoli non ci pensa su due volte e lo richiama in panchina. La Juve invece dice che sì, il Fenomeno non ha vincoli. E se pure viene messo in discussione sul campo, nella sostanza non si tocca. E non si multa. Neanche se manda a quel paese Sarri, diserta la panchina e lascia lo stadio prima che arrivi il fischio finale, con il rischio di risultare assente a una chiamata dell’antidoping. Quanto al Fenomeno stesso, una sostituzione al 55’ deve essergli sembrata così assurda da convincerlo il giorno dopo che non sia mai accaduta. Non solo non chiede scusa per il congedo stizzito e anticipato, ma lo ignora del tutto: «Partita difficile, vittoria importante!», scrive su Instagram prima di partire per il Portogallo, con l’aria di chi fugge dalla Juve e dalla realtà.

Per capire ciò che sta accadendo ci serve un po’ di filosofia. La quale distingue tra Fenomeno e Noumeno, cioè tra la realtà che appare ai nostri sensi e la realtà che sta dietro tutte le cose e ne è la sostanza segreta. Il Fenomeno, come dice Sarri con una punta di veleno, ha un problemino al ginocchio, un risentimento al collaterale che gli impedisce di allenarsi ad alta intensità e che ne condiziona le prestazioni. Il Noumeno è invece un’idea senza dolori che costa 87 milioni all’anno, tra stipendio e ammortamento del cartellino, e ne ha prodotti fin qui 57. Perciò non può essere rottamato prima di rientrare in attivo. Vuol dire che il Noumeno ha bisogno di spremere il Fenomeno finché questo avrà una sola goccia di energia.

A questa legge superiore Sarri dovrà rassegnarsi. Non gli basterà dimostrare che la cosiddetta realtà fenomenica può fare a meno del Fenomeno o, addirittura, sostituirlo con altri Fenomeni, da lui ricreati facendo buon uso di ottima materia prima, come Dybala e Douglas Costa. Anzi, se ciò accadesse, il Fenomeno avrebbe stracciato il Noumeno. E la Juve non ne sarebbe contenta. Ma qui sorge un problema che la dirigenza bianconera potrebbe aver sottovalutato e che riguarda la natura rivoluzionaria del tecnico: il suo gioco tende naturalmente al superamento dei Fenomeni. Come finirà? Dipenderà dal collaterale di Ronaldo, ma non solo da quello. Staremo a vedere.

Ma c’è un prezzo più immediato che la Juve ha già pagato a questa vicenda. L’immunità del Fenomeno alle sanzioni da ieri non è un implicito attributo, ma un esplicito vantaggio. Bonucci pagò l’insubordinazione ad Allegri con un ottavo di Champions passato su uno sgabello in tribuna. Dybala se la cavò con le pubbliche scuse per una mano non stretta al tecnico che lo sostituiva. Dopo l’indulgenza verso Ronaldo, chi oserebbe imporre lo stile Juve a chi quello stile dovesse sfidare? Da oggi la panchina bianconera è più stretta per tutti. E ci vorrà tutta la fantasia e l’autorevolezza di Sarri per tenerla in ordine.

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