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Furia Sarri sul Barcellona: "Pjanic è ancora mio"

Juventus FC via Getty Images

La Juve ha l’occasione di andare in fuga e il mercato disturba di nuovo l’allenatore

TORINO - Voglia di fuga. Come cambiano in fretta le prospettive nel pallone: dopo aver visto sfumare il secondo trofeo stagionale, con la coppa Italia volata a Napoli, la Juve si era rituffata nella corsa scudetto piena di interrogativi, dubbi e tensioni. E invece, pochi giorni dopo, ecco la convincente vittoria di Bologna e gli stop di Lazio e Inter che hanno permesso di aumentare il vantaggio in classifica sulle dirette concorrenti per il titolo. Potrebbe essere il momento della svolta definitiva, a patto di confermare le buone sensazioni questa sera contro il Lecce. I bianconeri possono dare un altro strappo e andare oltre il +4 sulla squadra di Inzaghi e il +8 sui nerazzurri di Conte, in attesa degli impegni degli avversari nel weekend. Maurizio Sarri però non vuole sentire questi discorsi: «Dobbiamo guardare poco ai risultati degli altri e molto ai nostri. E pure alle prestazioni, che alla lunga ci portano anche i risultati - si raccomanda -. Non abbiamo un vantaggio che può essere considerato sostanzioso; ci sono 33 punti in palio e noi dobbiamo volere punti in tutte le partite. Dobbiamo concentrarci solo ed esclusivamente sul Lecce senza fare tabelle, conti e storie varie». Né farsi distrarre dal mercato e dall’affare Pjanic-Arthur. Tanto che Sarri attacca: «Arthur è un giocatore del Barcellona, mi sembrerebbe brutto se mi mettessi a parlarne. Non mi è piaciuto quando l’allenatore del Barcellona ha parlato di Pjanic, che è un mio giocatore».

"Arthur alla Juve, ecco perchè ha cambiato idea"

Approccio

E’ il momento della concretezza, quindi, non si può derogare dalla vittoria. «In questo momento le partite sono tutte difficili - prosegue il tecnico -, la situazione è complicata per tutti. Gli impegni sono ravvicinati e la condizione non è perfetta. Bisogna essere bravi nell’approccio, senza essere superficiali né presuntuosi». Il Comandante riparte dai bagliori di vera Juve visti nei primi 70 minuti dell’esordio in campionato post Covid: Ronaldo e Dybala di nuovo protagonisti, la difesa che non prende gol da quattro partite consecutive (mai successo finora in stagione) e la brillantezza fisica che, piano piano, si manifesta. «L’aspetto positivo è stato l’approccio al secondo tempo: nonostante il doppio vantaggio, siamo tornati in campo per chiudere la partita, senza fare calcoli. Nei venti minuti finali mi è piaciuta la voglia di lottare; meno, invece, la mentalità: avrei preferito una gestione diversa del risultato, andando a palleggiare in maniera differente nella metà campo avversaria». Arriverà anche questo a soddisfare il tecnico perfezionista. «Ho sempre visto le gambe a disposizione del cervello e non viceversa. L'aspetto motivazionale sarà fondamentale in questo periodo in cui la condizione non è ottimale per nessuno. Si può crescere, ma fino a un certo punto, per cui le motivazioni potranno fare la differenza».[...]

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