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Scudetto Juve, il pagellone: Ronaldo e Dybala coppia perfetta

ANSA

I voti al tecnico e ai giocatori che hanno celebrato il nono titolo consecutivo con due giornate d'anticipo

Maurizio Sarri 7
ALLENATORE

Primo scudetto della sua storia, dopo 8 successi in categorie inferiori. Maurizio li mette tutti insieme, nella stessa bacheca, e fa bene. E’ venuto su dal niente, si è costruito da solo, ha mangiato polvere ben oltre i 50 anni e poi si è preso quanto ha sempre desiderato. Ha pagato un’etichetta (che del resto lui stesso ha contribuito a cucirsi addosso), il famoso “sarrismo”. Perché la Juve potesse rispondere al suo modo di vedere il calcio avrebbe dovuto privarsi di alcuni suoi campioni, ma questo Sarri non lo voleva. Voleva vincere e ce l’ha fatta. Questo al primo anno. Nel prossimo verranno fatte valutazioni di altro tipo, legate al suo calcio.

Alex Sandro 6,5
TERZINO SINISTRO

Non è sempre stato al top, ha vissuto stagioni più brillanti di questa, ma nel suo ruolo è ormai una garanzia. E poi, quando la Juve ha avuto bisogno di risolvere qualche situazione complicata non si è mai tirato indietro. Nel periodo di maggior flessione (e preoccupazione) della squadra ha segnato un gol pesante, il 3-3 di Reggio Emilia contro il Sassuolo: un’altra sconfi tta avrebbe scatenato l’iradiddio.

Rodrigo Bentancur 8
INTERNO, REGISTA

Grande stagione. Ha confermato il suo livello come interno e si è preparato al passaggio definitivo nel ruolo di regista, già occupato in alcuni momenti di questo campionato. Sarri vede la sua crescita in quel ruolo e il prossimo anno, con Pjanic al Barcellona, gli consegnerà le chiavi del gioco della Juventus. Attenzione però, perché come mezz’ala l’uruguayano ha fatto un altro salto in avanti. Arriverà Arthur, ma è ancora da dimostrare che Rodrigo, come regista, sia più forte della precedente versione.

Federico Bernardeschi 5,5
INTERNO DESTRO, ALA DESTRA

Già Allegri aveva provato a reinventarlo come mezz’ala, pochi tentativi, nessuno apprezzabile. Sarri ci ha provato con più insistenza ma senza ottenere chissà cosa. Il vero ruolo dell’ex viola è quello di esterno e tutto questo sballottamento da una parte all’altra del campo alla fine gli ha nuociuto. Gli è mancata soprattutto la continuità di rendimento.

Leonardo Bonucci 6,5
DIFENSORE CENTRALE

Un conto è avere Chiellini al fi anco, un altro è ritrovarsi con De Ligt e dovergli spiegare come si difende in Italia. O meglio, come si difende con Sarri, che ha un sistema diverso rispetto a quelli di Conte e Allegri. Di conseguenza: prima ha dovuto cambiare il suo comportamento tattico nella linea difensiva e poi ha dovuto spiegarlo a un ragazzo olandese che d’improvviso si è ritrovato titolare. Il compito didattico è stato svolto bene, perché De Ligt alla fine si è inserito, e anche sul piano tecnico l’ex milanista ha giocato a ottimi livelli. Ha sbagliato però nel finale, la prima volta a San Siro contro il Milan (è rimasto coinvolto nel crollo di tutta la squadra durante la rimonta del Milan da 0-2 a 4-2) e la seconda in casa contro la Lazio quando ha commesso due errori, sul palo di Immobile e sul rigore sullo stesso Immobile. Anche questi due sbagli potevano costare caro.

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