TORINO - La crisi economica c'è, è evidente, si sente. Negarlo è inutile. Gli effetti hanno già condizionato l'ultimo bilancio anche in casa Juve, con la società bianconera che ha provato a limitare i danni ma che sa anche come sarà l'esercizio in corso a rischiare di pagare conseguenze ancor più pesanti. Eppure anche dal CdA di venerdì scorso, approvando il bilancio della stagione 2019/2020, è stato sottolineato come non sussistano «significative incertezze con riferimento all’utilizzo del presupposto della continuità aziendale». Questo perché la società «è in grado di far fronte ai propri impegni finanziari sia mediante la liquidità ottenuta con finanziamenti a medio-termine sia utilizzando gli affidamenti bancari disponibili». Ma anche perché «senza pregiudizio per la prosecuzione dell’attività sociale, Juventus potrebbe far ricorso ad operazioni di cessione di diritti alle prestazioni sportive di calciatori, le quali, peraltro, potrebbero risentire della ridotta liquidità del sistema conseguente al perdurare della crisi». Anche perché, insomma, c'è il calciomercato nonostante vendere sia sempre più difficile. Però resta necessario.

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Non basta

Le prime mosse fin qui han portato al risparmio degli ingaggi o poco più: ha inaugurato gli addii Blaise Matuidi, risoluzione del contratto prima del passaggio all'Inter Miami, poi sono arrivati i prestiti di Mattia Perin (al Genoa) e Cristian Romero (biennale all'Atalanta per 2 milioni più 2 di bonus con riscatto fissato a quota 16). Manca solo l'ufficialità per la risoluzione del contratto di Gonzalo Higuain, anche lui già di casa a Miami. Questi quattro addii non sono sufficienti e non solo perché bisogna fare spazio, in lista e a bilancio. [...]

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