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Juve, la difesa è tornata un bunker

De Ligt e compagni sono rimasti imbattuti in 6 delle ultime 8 partite

TORINO - Prove di muro. Qualcosa sta cambiando nella difesa della Juve, che intende tornare ad essere un fattore decisivo per la rinascita. Sulla solidità del reparto arretrato, i bianconeri hanno fondato il ciclo dei nove scudetti consecutivi più, naturalmente, gli altri dieci titoli conquistati nell’ultimo decennio. Periodo in cui la retroguardia juventina è stata sempre la meno battuta della serie A e anche tra le migliori in Europa. Da due anni a questa parte, invece, il trend è mutato e, alla lunga, gli effetti si sono visti: soltanto nel 2019/20 con Sarri è arrivato lo scudetto, nonostante non fosse più la difesa più ermetica del campionato; lo scorso anno, invece, la Juve di Pirlo ha chiuso per miracolo al quarto posto. Errori, leggerezze, distrazioni: troppo di tutto questo. Così la seconda era-Allegri è partita con rinnovate speranze di tornare all’antico. Non per niente, Max fa dell’attenzione e della cura della fase difensiva i fondamenti della sua filosofia. Gli auspici però si sono scontrati con la realtà di inizio stagione, in cui i bianconeri sono ricaduti nei vecchi difetti che sono costati punti preziosi e che hanno contribuito a scavare il solco dalla capolista Inter, così da compromettere troppo precocemente la corsa allo scudetto.

Nuovo trend

Al giro di boa di metà campionato sono 17 i gol subìti dalla Juve in 19 giornate (0,9 a partita), uno in meno dei 18 delle ultime due stagioni. C’è aria nuova, in ogni caso, perché la difesa bianconera è tornata ad incidere, stavolta in positivo. La porta di Szczesny è rimasta imbattuta in 6 delle ultime 8 gare in cui, non è un caso, sono arrivate sei vittorie. Le ultime due reti incassate sono state firmate da Zapata nella sconfitta contro l’Atalanta, e da Aramu nel pari pesantissimo (in negativo, ovviamente) di Venezia. Il trend è cambiato, insomma, e la Juve ha rosicchiato un po’ di margine sul quarto posto (cinque lunghezze alla Dea in due partite), ora distante soltanto quattro punti. Pure nel girone di Champions League i numeri sono positivi: quattro clean sheets in sei gare, come Chelsea, Real Madrid, Bayern Monaco e Benfica. Il simbolo della rinascita è certamente De Ligt: l’olandese è salito di tono e sta assumendo sempre di più i gradi di leader insieme a Bonucci. Senza dimenticare che ai box c’è capitan Chiellini: il suo recupero sarà fondamentale per cementare ulteriormente il reparto, e il gruppo in generale, non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche (o forse soprattutto) sotto il profilo mentale. Stesso discorso vale per Danilo, un’assenza pesantissima nell’ultimo periodo: il brasiliano rientrerà con il nuovo anno e sarà altrettanto fondamentale. A sinistra, poi, c’è la sorpresa Pellegrini che sta facendo pesare di meno la crisi di Alex Sandro. Prove di muro, insomma. Anche da qui passa la rincorsa al vertice.

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