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McKennie: "Allegri e Pirlo, vi dico la differenza. Juve, obiettivo 10 gol"

Il centrocampista americano racconta gli inizi con il football americano e le aspirazioni di oggi, con una preoccupazione sul futuro

La mamma, il calcio e la Juve. L'americano Weston McKennie, in un'intervista a Dazn nel programma "1 vs 1" da oggi in piattaforma, ha parlato un po' di tutto. Degli inizi negli Stati Uniti, di Pirlo e Allegri, di come si sente adesso che è in una delle squadre più importanti al mondo, del futuro. Con un obiettivo ben preciso per questa stagione o per le prossime, come gli aveva pronosticato l'allenatore bianconero già durante le amichevoli estive.

McKennie: “A 11 anni avevo le ginocchia di un 30enne”

Non ha iniziato con il calcio, McKennie, ma con uno sport molto più in voga oltre oceano, ossia il football americano: “Ci ho giocato quando sono tornato dalla Germania. A un certo punto, un medico mi ha detto che avevo le ginocchia di un trentenne a 11 anni. Non riuscivo a decidere quale sport praticare, ma amavo il calcio un po' di più del football. Se avessi proseguito con quest'ultimo probabilmente sarei diventato un professionista, ma scegliere il calcio finora è stata la scelta giusta” L'importanza della mamma: “Mi seguiva dappertutto, in ogni torneo. E ancora adesso mi manda i messaggi dopo una partita dicendomi che dovevo fare di più o che dovevo fare meglio, o che le sono piaciuto”.

McKennie: “Pirlo o Allegri? Ecco quale preferisco”

L'anno scorso McKennie è arrivato alla Juve con Andrea Pirlo in panchina. Un anno dopo è subentrato Massimiliano Allegri. Traccia i due identikit il calciatore americano: “Sono entrambe ottime persone e credo che l'esperienza sia la differenza principale. Allegri allena da molto tempo; ha già lavorato qui e conosceva alcuni giocatori. Sapeva come funzionavano le cose. Pirlo si era appena ritirato ed è stato nominato tecnico in una squadra dove la pressione è alta e le aspettative sono alle stelle. Sa come gestirle entrambe le cose, come ha fatto per tutta la sua carriera, ma è diverso quando non si può davvero fare nulla di tangibile da bordo campo. L'anno scorso, dopo una giocata, spesso lo vedevo in panchina che con lo sguardo pensava: io avrei fatto meglio quella cosa”.

McKennie: “Alla Juve sono felice, ma...”

Sta vivendo un bel momento, McKennie: “Venire alla Juve è stato un sogno diventato realtà: sono entrato a far parte di un grande club con una storia così ricca e con così tanti tifosi. Ma il calcio è imprevedibile, è un business con i suoi alti e bassi. Se qualcuno non fa quanto gli viene richiesto, sostituirlo è facile come ingaggiarlo. Non sai mai cosa potrebbe succedere in futuro. Trasferirmi in Italia mi ha insegnato molto tatticamente, perché qui si gioca una vera partita a scacchi. Il mio prossimo obiettivo è segnare dieci gol in una stagione e spero di potercela fare”.

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