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Juve, Allegri deve ritrovare le emozioni

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Il calembour/slogan/titolo lapidario che segue, molto usato negli ultimi tempi, diciamo pure inflazionato, è stato riveduto e corretto, adeguandolo alla nuova situazione della Juventus: da “c’è poco da stare Allegri” a “bisogna tornare a essere Allegri”. In due sensi: la Juventus deve riprendere un cammino abbandonato il 31 agosto, data dell’ultima vittoria con lo Spezia (2-0); il signor Max deve trovare l’alchimia tattico-tecnico-motivazionale per ridare competitività alla squadra. Un mese senza successi, due pareggi e tre sconfitte, quelle con Psg e Benfica hanno compromesso seriamente il superamento del girone di qualificazione della Champions, quella di Monza è stata particolarmente avvilente, coronamento (al contrario) di un momento di avvitamento. Anche perché ora si va in apnea: dodici partite in 42 giorni, senza rete, fino alla lunga sosta per il Mondiale in Qatar.

A quel punto bisognerà avere una classifica di alto lignaggio per poter sperare, da gennaio in poi, di arrivare a giocarsi lo scudetto, certo, come compete a Madama, ma soprattutto lo “scudettino”, cioè il quarto posto che garantisce un posto di prima fila in Europa con i denari che, per un club con il disavanzo della Juventus, sono fondamentali. Insomma, la Juventus deve cominciare a produrre qualcosa che, fino a questo momento, ha mostrato qui e là, con un’idea molto vaga di quello che occorre per vincere, non solo per “giocare bene” (idea astratta a cui è doveroso non associarsi). Allegri recupera qualcuno dall’infermeria (Locatelli, Rabiot, Alex Sandro), qualcuno che, come lui, ha scontato una squalifica (Milik) e qualcuno che è riemerso dall’esperienza della Nazionale rigenerato (Bonucci, la coppia Kostic-Vlahovic).

C’è bisogno dei migliori giocatori, certo, ma la Juventus in questi primi mesi di giostra, non ha mancato tanto (o non soltanto ) n e g l i aspetti tecnici, quanto nella spinta morale, nella forza di volontà, nella rilevanza del senso di appartenenza. Non è stata mai lontanamente vicina, come le accade ormai da almeno tre anni, a quella del “novennato” bianconero, ma non tanto perché non travolge più tutto e tutti, quanto perché non riesce a riprendersi lo spirito identitario. Dal ritorno dei nazionali al Bologna ci sono pochi giorni, ma Allegri deve riuscire a trasformare la truppa sbandata di Monza se non in una macchina da guerra, almeno in una macchina con una spinta emozionale. Ritrovare le emozioni, ecco il primo passo.

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