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Juve, Vlahovic assente. Palla alla Serbia

Max amaro: "Non essendo sereno non è nelle condizioni di aiutarci. È inutile portarlo in panchina"

TORINO - Si nota di più decisamente così. Prendendo in prestito i tormenti interiori di Nanni Moretti in Ecce Bombo alle prese con la decisione di presentarsi o meno a una festa, per quel che riguarda Dusan Vlahovic è chiaro come si stia facendo notare molto di più per la sua assenza in questo periodo. Si è fermato al minuto 70 di Benfica-Juventus, poi a causa di quella maledetta pubalgia non si è presentato alle feste in campo dei bianconeri. Che son riusciti comunque a proseguire il recente filotto di vittorie in campionato anche senza di lui: a riposo contro il Lecce, inutili i tentativi effettuati per provare a esserci in sequenza contro l'Inter, il Verona e stasera con la Lazio. Per ritrovare Vlahovic bisognerà quindi attendere il Mondiale, da domani la sua pubalgia sarà un problema del ct Dragan Stojkovic e dello staff medico della Serbia. La Juve, invece, lo riavrà a disposizione solo nel nuovo anno: «Non se la sente, non sta bene. Ha fatto una parte dell'allenamento e sta fuori. Il Mondiale non è un fattore, bisogna essere fatalisti. Magari al primo allenamento uno si ferma e salta il mondiale lo stesso, non penso a lui ma parlo in generale. Abbiamo parlato, non è sereno, portarlo in panchina servirebbe solo se riuscisse a essere d'aiuto alla squadra. Ora non è nelle condizioni», l'amara analisi di Max Allegri.  

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Chi resta

Contento non può esserlo. Ma il tecnico bianconero è abituato a far quadrare i conti con chi gli è rimasto a disposizione, lo ha fatto sempre, non ha avuto alternativa in questa prima parte di stagione, lo farà a maggior ragione in questa ultima partita di 2022. Ci sono intanto Arek Milik e Moise Kean a disposizione di Allegri, l'ipotesi del doppio centravanti è ancora valida come a Verona ma non è l'unica né la prima della lista: in rifinitura è stata infatti provata una squadra con il polacco prima punta e di nuovo Fabio Miretti alle sue spalle. Molto però dipenderà anche dalle condizioni di altri giocatori: senza Manuel Locatelli, per esempio, di Miretti potrebbe esserci bisogno a centrocampo e non più là davanti. Sperando però di insistere con il recente assetto, c'è poi da valutare il chilometraggio nelle gambe di Angel Di Maria: salvo cambi di programma sarà di nuovo lui a partire dalla panchina per alzare il tasso di qualità nei minuti finali, quando i ritmi si abbassano e la Juve avrà bisogno invece di chiudere in crescendo. 

Fattore Chiesa

Tra chi torna, poi, c'è anche Federico Chiesa. Mica poco. Convocato anche in Nazionale dove potrà continuare a cercare ritmo e fiducia, contro la Lazio potrà rappresentare come e più di Di Maria l'arma tattica capace di far saltare il banco se necessario nell'ultima parte di gara. Incoraggianti gli spezzoni disputati contro Psg e Inter, inevitabile il turno di riposo contro il Verona. Ma all'ultimo atto del 2022 ci sarà anche Chiesa, determinato più che mai a farsi notare per la sua presenza dopo quasi dieci mesi di stop. L'assenza che fa rumore, intanto, è sempre la stessa delle ultime due settimane: quella di Vlahovic. 

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