Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Juve, una squadra di vetro in frantumi

Juventus FC via Getty Images

Leggi il commento sulla situazione dei bianconeri di Allegri di Xavier Jacobelli

E adesso, quo vadis Juve? Pietrificati dal Napoli stellare, milioni di tifosi bianconeri si interrogano smarriti, dopo che il Corto Muso è stato smascherato come un lungo equivoco dallo Spalletti Super Show che ha spazzato via otto vittorie di fila (di cui cinque per 1-0) senza subire un gol, frantumando i sogni di Grande Rimonta. La questione non è più e non solo in chiave scudetto con il distacco dalla capolista, ritornato a 10 punti. La questione è più ampia, in calce ai 5 gol che la Juve non incassava in Serie A dal 30 maggio 1993 (Pescara-Juve 5-1, in rete anche Allegri, ma per gli abruzzesi). Né tantomeno, dopo una legnata del genere, possono consolare i 6 punti in più rispetto a un anno fa, poichè sono 8 in meno in confronto alla Juve di Sarri, l’ultima che abbia vinto lo scudetto. La strepitosa prova del miglior attacco del campionato che ha demolito la miglior difesa, ha messo a nudo i limiti tecnici, tattici e caratteriali di una squadra che non può più accampare gli alibi dei grandi assenti alla Pogba, i cui ottimistici annunci di rientro, lanciati sui social, fanno a pugni con la cronaca di ripetuti rinvii, illusorie speranze, zero minuti in zero gare ufficiali.

Agnelli, l'addio alla Juve è inaspettato: cosa ha fatto durante il ko con il Napoli

Juve di vetro in frantumi

L’utilitaristica filosofia allegriana è stata azzerata non soltanto dalle scelte del tecnico (Chiesa che comincia facendo il terzino, Kostic che nel prosieguo lo surroga, Di Maria che colpisce l’incrocio dei pali e poi sparisce alla distanza, come Paredes che fa subito rimpiangere Locatelli), ma anche dalla giaculata manovra della squadra. Essa ha praticato un calcio arruffone, umiliato dagli olè napoletani e dal micidiale tandem OK (Osimhen-Kvaratskhelia) che dice già tutto con il suo acronimo. Quando si perde 5-1 in casa del più forte Napoli dai tempi di Maradona, non ci sono attenuanti: la Juve di vetro è andata in frantumi, ora bisogna incollare i cocci e ripartire. Ci sono una qualificazione Champions da guadagnare, un’Europa League e una Coppa Italia da inseguire fino alla fine, per dare un senso alla stagione che sinora un senso non ce l’ha. Con un’avvertenza: se Fagioli, Miretti, Kean, Soulè, Iling a vario titolo erano stati la linfa vitale della risalita nelle fatidiche otto vittorie su otto, non è più il caso di tenerli in panchina o di buttarli dentro quando il Napoli sta maramaldeggiando. Questa Juventus sarà anche un rebus, ma il calcio ha una logica che schiaccia le parole: chi gioca meglio, vince molto più spesso di chi gioca male. Quando si chiama Napoli, stravince.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi