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Juve, evitare l’aumento di capitale

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Juve, evitare l’aumento di capitale Juventus FC via Getty Images
Leggi il commento sul club bianconero dopo la sessione di mercato invernale
L'attenzione a bilanciare uscite, anche future, con entrate o con tagli di costo, alla Juve è forte. Nella sessione appena conclusa, Giuntoli ha impegnato il club in due acquisti, di cui solo Alberto Costa (12,5 milioni) a titolo definitivo, Kelly in prestito con obbligo di riscatto (17,5) legato a condizioni probabili. Sono poi arrivati in prestito Kolo Muani (11,5 di prestito, commissioni incluse) e Renato Veiga. Gli acquisti costeranno 15,5 milioni per stipendi e cartellini, in parte compensati dalle uscite di Danilo, Fagioli e Arthur con relativi risparmi di stipendio oltre a modesti proventi dai prestiti. Dalla cessione di Fagioli, soggetta a condizioni, dovrebbero arrivare 13,5 di plusvalenza. Il sostanziale equilibrio ricalca la campagna estiva, in cui il costo degli stipendi dei nuovi fu coperto dai risparmi conseguiti con le uscite, mentre i nuovi ammortamenti venivano pareggiati dalle riduzioni di costo dei partenti. Ciò potrebbe non bastare alla Juve che deve scalare la montagna dei 200 milioni di perdita del 2023/24, stagione penalizzata dall’assenza dei ricavi Uefa. Il risultato fu aggravato da una trentina di milioni di costi straordinari: lodo Ronaldo, risoluzione di Allegri e svalutazioni di calciatori. Rispetto a quella perdita, arriveranno miglioramenti certi dalle plusvalenze già realizzate in estate (63 milioni, a cui sommare Fagioli) e dai ricavi Uefa già assicurati nella prima fase della Champions (63). A questi va sommata una decina di milioni dagli incassi delle partite casalinghe già disputate, oltre a quelli delle prossime gare. Se l’avventura si estenderà oltre i playoff, i proventi cresceranno. Difficilmente ciò porterà al pareggio del bilancio che la Juventus dovrà perseguire abbassando ulteriormente il monte ingaggi e il peso degli ammortamenti della rosa, sostituendo giocatori più costosi con altri di peso minore per i conti della società, oltre che realizzando plusvalenze. Finora la Next Gen si è rivelata una miniera d’oro perché il grosso è arrivato da Soulé (26*4 di bonus), Illing-Junior (14), Huijsen (15), Barrenechea (6) e verosimilmente Fagioli (13,5). La politica dei giovani serve anche a questo, ma a giugno si porrà il tema se riscattare Kalulu e Conceiçao, tra i pochi acquisti ad avere finora convinto. La Juve dovrà discutere con l’Uefa un settlement agreement che probabilmente non rispetterà, perché difficilmente il bilancio della stagione in corso consentirà di portare la perdita del triennio oggetto di monitoraggio (2022-2025) sotto il limite consentito di 60 milioni. L’altro parametro FFP, lo squad cost ratio (la somma del monte stipendi e degli ammortamenti, in proporzione dei ricavi) quest’anno fissato all’80%, pare più raggiungibile. Con un costo complessivo sui 380 milioni, la Juve necessiterà di 475 di ricavi, che potranno essere raggiunti grazie alla Champions e alle maggiori plusvalenze. Il calcolo del parametro segue l’anno solare; quindi, occorre misurare il 2024, accavallando due stagioni. Il tema sarà anche il patrimonio netto, ridotto a 40 milioni nell’ultimo bilancio, che potrebbe essere ulteriormente eroso dalle perdite che la gestione produrrà nel corso di questa stagione. Si porrà quindi la questione di un nuovo aumento di capitale che sia Exor sia il management vogliono a tutti costi evitare. Non è detto che sarà possibile scongiurarlo, ma qualificarsi per la prossima Champions sarà vitale. 

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