TORINO - Tudor ha smontato e ricostruito la Juve durante il lungo viaggio in macchina da Spalato a Torino. Anche se, a dirla tutta, nel suo buen retiro croato si era già focalizzato da settimane sui possibili errori di Motta, sperando in una chiamata dopo i primi sondaggi di Giuntoli. Dalla difesa fragile alle poche occasioni da gol, dai compiti tattici che ingabbiavano i talenti al possesso sterile, fino alla scarsa empatia col gruppo: per ciascuna questione aperta, il croato ha immaginato una risposta. Sulla sua lavagnetta sabato pomeriggio c’erano 10 mosse: in soli tre allenamenti con la rosa al completo le ha trasformate in un piano tattico ben definito.
1) Pressione e gestione
La Juve ha cominciato la partita col Genoa con un pressing consistente. Rispetto a Motta, Tudor ha aggiunto un difensore passando al 3-4-2-1, chiedendo però ai suoi calciatori di andare a prendere gli avversari. Ha giocato così su un fine equilibrio psicologico: li ha fatti sentire al sicuro, ma li ha anche spinti ad andare in avanti. Dopo il gol, è arrivata pure l’accortezza. Thiago aveva perso 17 punti da situazione di vantaggio.