«Quattro, zitto e a casa». Nell’iconica cartolina di Francesco Totti, spedita in mondovisione l’8 febbraio 2004, c’era come destinatario Igor Tudor. Dacourt, il capitano romano e romanista e una doppietta di Cassano regalarono sulla pelle della Juve l’ultima notte magica della Roma di Capello. E di quella serata, più di 21 anni dopo, nell’immaginario calcistico collettivo rimane la guascona fotografia tottiana. Ritorno all’Olimpico, domenica, per un altro Roma-Juve dal sapore europeo. Dei 36 calciatori che allora scesero in campo o stazionarono in panchina se ne ripresenterà solo uno: proprio Igor Tudor, al secondo appuntamento da erede di Thiago Motta sulla panchina bianconera. Degli altri 35, tra romanisti e juventini, solo Gianluca Pessotto ha ancora un posto (dirigenziale), da Football Teams Staff Coordinator, nelle due società. Fino a qualche mese fa, in un listone dell'epoca che comprende anche attuali sindaci cittadini (Tommasi), campioni del mondo assortiti, palloni d’oro (Nedved), opinionisti televisivi e allenatori (Antonio Conte, Maresca e Chivu), uno spazietto se lo sarebbero ritagliato pure Daniele De Rossi, subentrato nel recupero di quel 4-0 romanista e esonerato lo scorso settembre dalla Roma, e Paolo Montero, espulso ventuno anni fa da Collina e sollevato dall’incarico di tecnico della Juventus Next Gen a novembre. Resta solo Igor Tudor, quindi.
Tudor e la Roma, i precedenti
«Cose di campo», il commento senza rancore del croato, nel corso degli anni, a ogni domanda sul gesto di Totti. Per Igor Tudor, quella di domenica, sarà l’ottava volta da juventino di Igor Tudor nell’Olimpico romanista: sei da calciatore (tre volte però senza giocare), una da assistente di Andrea Pirlo e la prima assoluta da allenatore. Comparsa marginale (in campo solo per 3’) il 17 ottobre 1999 quando una punizione di Zidane confezionò il blitz bianconero (0-1), attore protagonista e “vittima” delle feste romaniste nelle altre due circostanze: prima del poker e del «Zitto, quattro e a casa» di Totti, nel 1998 partecipò al naufragio della Juve di Lippi al cospetto della tempesta scatenata dalla Roma di Zeman con Paulo Sergio e Candela (2-0). Sommata alle apparizioni con altri colori addosso, da tecnico di Udinese (sconfitta per 1-0 contro la seconda Roma di Ranieri), Verona (pareggio per 2-2 contro la Roma di Mourinho) e Lazio (sconfitta per 1-0 contro la Roma di De Rossi), sarà l’undicesima calata di Igor Tudor nella tana giallorossa. L’unico che domenica, ventuno anni dopo “essere tornato a casa”, rimetterà ancora piede da juventino o romanista sul rettangolo verde o sulla panchina dell’Olimpico.