TORINO - Per il presente e per il futuro. Per la Champions e per la Juve che verrà. Tutto si tiene e molto dipende dal Dieci. Igor Tudor si affida a Kenan Yildiz per voltare immediatamente pagina, dimenticare lo scivolone di Parma e ritrovare il passo giusto. Contro il Monza non sono ammesse sorprese, servono tre punti per guardare al “dentro o fuori” in casa del Bologna del 4 maggio. Il 10 bianconero deve riprendere per mano la Signora nel primo momento di difficoltà della gestione del tecnico croato, con l’inatteso stop di mercoledì che complica tremendamente il cammino verso il quarto posto: non ci sono (quasi) alternative perché l’attualità alla Continassa racconta di Vlahovic ai box per un sovraccarico muscolare e sicuro assente domani e di un attacco che viaggia a ritmo troppo bassi.
Yildiz unico attaccante bianconero in gol con Tudor
Il fantasista turco è l’unico del reparto avanzato a essere andato in gol nelle quattro partite con Tudor al timone: rete decisiva al Genoa e rete del raddoppio, bellissima, contro il Lecce. A Parma la macchina si è fermata, Juve a secco. Yildiz non è riuscito ad accendere la luce come auspicato al momento del suo ingresso in campo nella ripresa, con i bianconeri in svantaggio per il colpo di testa vincente di Pellegrino. Kenan non era partito titolare perché reduce da un problema fisico la scorsa settimana, una brutta e dolorosa contusione alla coscia destra subita in allenamento lo aveva messo a lungo in dubbio. Poi il miglioramento, l’edema si è riassorbito, e la convocazione per la gara del Tardini, sfruttando anche i due giorni in più a disposizione per il rinvio dovuto alla morte di Papa Francesco. Tudor l’ha comunque portato in panchina, non stravolgendo le prove fatte in allenamento con Kolo Muani al suo posto accanto a Nico Gonzalez e alle spalle di Vlahovic. Il Dieci non è però riuscito a cambiare il corso del match, qualche bagliore e poco altro, forse anche per le non perfette condizioni fisiche.
Portare la Juve in Champions la missione del turco
Per domani, Yildiz è atteso di nuovo al top e pronto a fare la differenza. Stavolta partendo nuovamente titolare, come accaduto in tre delle quattro gare seguite al cambio di guida tecnica. C’è un bisogno enorme della sua classe, della sua qualità, delle sue giocate, dei suoi dribbling e, naturalmente, dei suoi gol per riprendere la corsa alla Champions. D’altra parte, è a lui che sono state affidate le chiavi dalla Juve all’alba del nuovo progetto affidato inizialmente a Thiago Motta e ora messo nelle mani di Tudor per salvare il salvabile. Il club gli ha consegnato la “10” che fu del suo idolo Del Piero, chiaro segno dell’investitura a simbolo del presente ma anche, e soprattutto del futuro. Kenan ha risposto con 45 presenze su 46 partite stagionali (3.045 minuti in campo), 8 gol e 5 assist. Adesso punta alla doppia cifra di reti e a lasciare il segno in questo finale di stagione da batticuore. C’è la qualificazione alla Champions da portare a casa per fortificare il progetto e anche per tenersi la Juve in futuro. Kenan, da parte sua, vede solo bianconero nel suo futuro ma è noto che i top club della Premier League hanno posizionato i radar su di lui e Jorge Mendes, il potente agente di CR7, sta seguendo il dossier. John Elkann però lo vuole a tutti i costi al centro della Juve che verrà. Un attestato di fiducia significativo da parte della proprietà: ma essere, o meno, in Champions farà tutta la differenza del mondo. Per il presente e per il futuro.