TORINO - In attesa di conquistare lo scettro dei cannonieri di Turchia con il Galatasary, Victor Osimhen s’è preso quello di re del mercato: ora è ufficialmente l’attaccante dei due mondi. Lo vogliono in Arabia Saudita e anche in Italia, l’unico paese in cui non è valida la clausola rescissoria da 75 milioni di euro inserita nel suo contratto con il Napoli fino al 2026. Già. Ma Cristiano Giuntoli, l’uomo che nel 2020 gli offrì uno smoking azzurro ricevendo in cambio lo scudetto 2023, sta provando a portarlo anche alla Juventus ed è pronto a investire 85 milioni di euro tra base fissa e bonus. Dieci in più di quelli necessari con l’escape: Napoli avvertito. Sia chiaro: se rispetto ai club esteri l’unico consenso necessario all’operazione è quello di Osi, tecnicamente il titolare del diritto allo svincolo dietro versamento della somma, nel caso delle società italiane è il Napoli a comandare il gioco. La clausola non è valida e dunque spetta a De Laurentiis decidere se accettare o meno l’offerta.
Osimhen, il piano della Juve
Il piano della Juventus è molto ambizioso: Osimhen ha compiuto 26 anni a dicembre, è nel pieno, ma ha un altro anno di stipendio da quasi 11 milioni di euro netti. I conti, insomma, dovranno quadrare e si lavora con il legale del giocatore, l’avvocato Monteneri. Però, beh, Victor è un centravanti portentoso: un leone travestito da gazzella che sposta gli equilibri nelle due fasi, che pressa come un mediano e fila come un fulmine; che segna a raffica. Lo faceva al Napoli e lo ha fatto anche in questa stagione in prestito al Gala: 24 gol in 27 partite di campionato, 33 in 37 contando anche le coppe. Un frontman. Una stella che l’Al-Hilal vorrebbe portare in Saudi. E qui si apre un altro fronte: per convincerlo a trasferirsi a Riyad, dove tra l’altro ritroverebbe il suo amico Koulibaly, è pronto a offrirgli un ingaggio stratosferico, da 30-35 milioni a stagione. Una proposta indecente che Osi, ovviamente, sta valutando molto seriamente. Strizzando l’occhio, of course. L’impressione è che questa storia non andrà troppo oltre: sia la Juve sia l’Al-Hilal puntano a portarlo negli States al primo Mondiale per club.
Juve, Lookman nel mirino
L’altro nome nella lista di Giuntoli è quello di Ademola Lookman. La Juve ha già fatto un sondaggio con l’Atalanta, che valuta l’altro nigeriano, successore di Osimhen come pallone d’oro africano, non meno di 60 milioni. Alla Signora servirebbe proprio un bomber in grado di incendiare un ambiente freddo e deluso. Oggi in rosa ce ne sarebbero due, ma Vlahovic sta vivendo una stagione sull’altalena (da febbraio ha segnato una volta), mentre Kolo Muani era partito a razzo con 5 centri in 270’ prima di eclissarsi (1 gol in 3 mesi). Il futuro di entrambi è a rischio. Dusan ha il contratto in scadenza nel 2026 e le trattative condotte fin qui da Giuntoli con l’agente Ristic sono tutte naufragate: la Juve gli ha proposto almeno tre volte un prolungamento di altri due anni con riduzione dell’ingaggio (da 12 milioni a 8-9). Allo stato attuale delle cose, è destinato a partire per una cifra tra i 40 e i 50 milioni. Osimhen guadagna tanto, ma comunque meno rispetto a Dusan. E poi c’è Kolo, in prestito dal Psg. L’avventura a Torino del centravanti francese proseguirebbe solo se Al Khelaifi concedesse un nuovo trasferimento temporaneo, magari legandolo a un obbligo di riscatto. A quel punto, Muani potrebbe anche coesistere con Osi formando la nuova coppia stellare di una squadra che, come previsto dal piano triennale della Continassa, avrà quasi l’obbligo di tornare a lottare per lo scudetto.
Juve, dubbi sul budget
Resta il nodo budget. Gli 85 milioni arriverebbero dalla qualificazione in Champions. Dopotutto, i premi Uefa sono una miniera d’oro: con il cammino modesto di questa stagione, la Juventus eliminata ai playoff dal Psv ha incassato 63,4 milioni al netto del botteghino. Le sofferenze recenti, però, potrebbero indurre la società a fare un grande sforzo anche senza quarto posto. John Elkann, lo stesso che aveva imposto sostenibilità e rigidità economica, ha già garantito la disponibilità di Exor a far crescere l’aumento di capitale sino a 110 milioni di euro qualora i risultati si rivelassero al di sotto delle aspettative. Le chiamano esigenze di mercato.