La Juve per Yildiz è ormai una questione di fede. In senso metafisico, ma anche fisico: quando nei giorni scorsi, in uno spot girato per promuovere il nuovo/vecchio sponsor, Kenan ha “indossato” per scherzo il portachiavi della nuova auto all’anulare fingendo di avere un anello, e Weah, Vlahovic e Locatelli lo hanno guardato con stupore, stava forse dicendo molto più di “amici, comprate una macchina”. Perché lui, al netto dello sketch, in questo matrimonio ci crede eccome e diventare un simbolo, come lo è stato il suo idolo Alex Del Piero, è ancora il sogno nel cassetto. Nelle due settimane di riposo forzato a causa della squalifica, Yildiz ha pensato a lungo al suo futuro. Temeva che la sua assenza contro Bologna e Lazio avrebbe influito nella corsa Champions della squadra, e chissà se sarebbe potuta andare diversamente con lui in campo: i due pareggi sono stati certamente preziosi, ma con una vittoria il quarto posto sarebbe già in cassaforte. Con questi pensieri Yildiz ha festeggiato 20 anni il 4 maggio, mentre i compagni giocavano al Dall’Ara, acquisendo una certa consapevolezza: lontano dal campo, si è sentito ancora più centrale nel nuovo progetto. L’accordo firmato un anno fa fino al 2029 è lì a ricordarlo. «Sono qui per migliorare in tutto e non voglio fermarmi. Il numero dieci sulle spalle? Non mi pesa», ha detto nei giorni scorsi. Si sente cresciuto e questa stagione, con i suoi alti e i suoi bassi, lo ha in qualche modo fortificato.
Juve, il futuro di Yildiz
Viene dunque da chiedersi che ne sarà di Jorge Mendes, che da mesi sta sussurrando sottotraccia al mercato il suo nome, in cerca di potenziali acquirenti. Probabilmente il giro d’orizzonte del potetente procuratore, diventato amico della famiglia di Kenan, terminerà in un nulla di fatto. Del resto, non si trattava di un mandato vero e proprio, bensì di una sorta di esplorazione informale. E tale dovrebbe rimanere. A meno che la Juve non decida di sacrificare il turco sull’altare delle plusvalenze, fattispecie che avverrebbe solo nel caso in cui ci fosse un buco da ripianare nei ricavi. Difficile prevedere il futuro alla vigilia di una partita che segnerà uno spartiacque, la qualificazione in Champions e soprattutto l’aumento di capitale promesso da Elkann - da 15 a 110 milioni - dovrebbero però evitare lo scenario peggiore, e cioè un addio a peso d’oro di Yildiz. Se lui, come sembra, ha voglia di restare e se la Juve non ha bisogno di venderlo, il matrimonio non può che proseguire.
La marcia del numero 10
Numeri alla mano, la sua presenza fa tutta la differenza del mondo. Quando Yildiz gioca dall’inizio, i bianconeri ottengono in media 2 punti a partita: 74 in 37 gare comprese tutte le competizioni. Quando non inizia da titolare oppure addirittura non gioca (3 assenze nel 2024-25, 2 punti ottenuti) la media scende a 0,92 e in 13 partite senza Kenan in distinta sono arrivati appena 12 punti, cioè meno della metà.