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John Elkann e la frase che esalta Yildiz: il rinnovo è pronto

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John Elkann e la frase che esalta Yildiz: il rinnovo è pronto
Alla vigilia del City importante attestato di stima della proprietà nei confronti del numero dieci turco

Capace di stupire, affidabile e anche bella. Chissà se John Elkann, parlando da Maranello della nuova barca che porterà il Cavallino Rampante a esplorare orizzonti in mare aperto, non stesse pensando un po' anche a questa Juve che adesso viaggia a vele spiegate. Dopotutto, un monoscafo avanguardistico targato Ferrari può persino somigliare a una giovane squadra di calcio dal nobile passato: entrambi, sentendo il peso della storia, ambiscono a conquiste future.

Elkann e le parole su Yildiz

Tre mesi dopo lo tsunami dell'esonero di Motta la Signora naviga in acque calme, con la Champions in tasca, la prospettiva di stupire (e guadagnare tanti soldi) nel Mondiale per Club e con una dirigenza che si è appena rifatta il look. Questa Juve sta entusiasmando Elkann, che il suo gradimento non lo nasconde ma lo sussurra appena, forse anche per scaramanzia. Yildiz, invece, è tutta un'altra storia. Per lui vale la pena esprimersi, lodare, persino emozionarsi: «Lui è un grande», la benedizione dell'azionista di maggioranza. È evidente che Elkann non vorrebbe parlare di calcio mentre sta lanciando un progetto di vela che considera «un sogno realizzato», eppure al richiamo del cuore non può mai resistere. Sente il nome di Kenan e il suo sguardo si illumina: «Un grande. Davvero un grande», aggiunge. Il sorriso è quello dei giorni migliori, lo stesso che i tifosi hanno ricominciato ad apprezzare con frequenza, dopo aver manifestato l'insoddisfazione della distanza, da quando John ha preso in mano la situazione. Alla prima di Tudor, Elkann si era presentato allo stadio: mancava da tre mesi e mezzo. Prima della partenza del Mondiale, è tornato alla Continassa: non lo vedevano da sei mesi e in quella circostanza è tornato a pronunciare la parola «vincere». Accompagnare il gruppo alla Casa Bianca e sedere accanto a Infantino nello stadio di Washington, al debutto contro l'Al Ain, sono stati altri due segnali forti.

Elkann, Yildiz e il paragone con Del Piero

La scritta "Ferrari" che ieri Jaki portava su un'inedita (e forse anche per questo motivo esclusiva) felpa blu si è gonfi ata insieme al suo petto quando ha tessuto le lodi del turco. A Maranello lo chiamano "l'ingegnere". Un po' come suo nonno era, per tutti, l'avvocato. Gianni Agnelli stravedeva per Del Piero, che soprannominò "Pinturicchio", mentre Elkann si sente profondamente legato al nuovo dieci, il suo personalissimo modo per riconciliarsi con l'arte del calcio. È stato proprio John a proporgli la maglia dei campioni nel momento in cui Kenan ha rinnovato fino al 2029, un'estate fa. Dopo una stagione di meravigliosi alti e di qualche intoppo, Yildiz ha recentemente scoperto il gusto della continuità: dopo le due giornate di squalifica per l'espulsione con il Monza, ha infatti confezionato due assist contro l'Udinese, una rete decisiva al Venezia e poi tre gol - uno più bello dell'altro - nel Mondiale. Oggi sfiderà il Manchester City per consacrarsi, mentre freme all'idea di poter firmare, al rientro in Italia, un contratto a cifre quasi triplicate che lo porterà a guadagnare 4 milioni netti fino al 2030. Anche su questo ulteriore attestato di stima c'è la spinta forte di Elkann, che ha tolto Yildiz dal mercato già due mesi fa immaginando per il ventenne un percorso da bandiera. Kenan è già un'attrazione imperdibile per bambini, adulti e sponsor, certi ragionamenti però vanno oltre il portafogli. Sono sintonie emotive misurabili solo con il termometro della passione.

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