ROMA - Il primo filone plusvalenze ha coinvolto la Juve più altre 10 società (Napoli, Genoa, Samp, Empoli, Parma, Pisa, Pro Vercelli, Pescara, Novara e Chievo), per un totale di 61 dirigenti imputati. La procura Figc elaborò un modello per dimostrare l ’esistenza di operazioni “fittizie”, ma non chiese punti di penalizzazione, bensì un totale di 458 mesi di inibizione e multe complessive pari a 2,32 milioni. Il risultato? Tutti prosciolti, sentenza confermata anche in secondo grado dalla Corte d’Appello il 17 maggio.

L'inchiesta Prisma: i dettagli

Il 24 ottobre la procura di Torino ha notificato l’avviso di conclusione indagini dell’inchiesta Prisma e il 22 dicembre Chiné ha presentato il ricorso per la revocazione della sentenza sportiva di maggio. Ricorso accolto e discusso il 20 gennaio, ma sulla base dei nuovi documenti le richieste dell’accusa sono cambiate: 9 punti di penalizzazione alla Juve, inibizioni raddoppiate per i dirigenti bianconeri e proscioglimento degli altri indagati poiché l’intero impianto accusatorio si reggeva sull’inchiesta dei magistrati di Torino. La Corte presieduta da Torsello stavolta ha condannato, andando oltre le richieste della procura : -15, con squalifiche i dirigenti.