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Lotito, la senti questa voce? Zarate manda Firenze in delirio

LaPresse

Storia di un campione controverso che torna al gol dopo 1375 giorni, due cause con la Lazio, tanti ricorsi e una nuova maglia, quella Viola

ROMA - Storia di gol, capricci, mobbing, Maldive, cupole, saluti romani, cause, arbitrati e ritorni. Storia di Mauro Zarate, l'argentino che costrinse Lotito, mica Abramovich, a scucire 20 milioni di euro per averlo prima di chiederne 6 per mandarlo via. Storia del solito, immancabile zampino, quello del destino: Maurito (così lo chiamavano i tanti tifosi della Lazio che avevano creduto in lui) al minuto 93 di Fiorentina-Carpi, ieri sera, prende palla sul vertice sinistro dell'area...finta al primo avversario, hop e il secondo è saltato, poi la specialità della casa, il destro a giro sul secondo palo che non lascia scampo a Belec, gol. Il Franchi esplode, la Fiorentina è terza, Zarate è tornato: 1375 giorni dopo il suo ultimo gol in serie A (Inter-Cesena 2-1), con in mezzo almeno due cause, altrettanti ricorsi e mille polemiche.

IL PIBE DI HAEDO - Figlio d'arte destinato al calcio nel quartiere di Haedo, sobborgo di Buenos Aires. La cantera del Velez lo trasforma in gallina dalle uova d'oro: Maurito è uno che va controcorrente, vola in Qatar all'Al-Sadd per 20 milioni di euro ad appena 20 anni, al contrario dei campioni sul viale del tramonto. S'intristisce subito, sceglie la Premier e il Birmingham ma vuole l'Italia, arriva alla Lazio. E inizia la storia di cui sopra, dove le carte bollate e i tribunali superano di gran lunga i gol.

ZARATE KID - Lotito prende tempo: in biancoceleste Maurito arriva in prestito per 3 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 17. Ma l'argentino esplode a suon di gol: 16 in 41 presenze alla prima stagione con la Lazio, i tifosi lo osannano, segna nel derby e si sprecano i paragoni con Totti. Sempre Lotito, mica Abramovich, si convince: prende il volo per Doha e paga tutto, sarà il suo acquisto più costoso. Dura poco. Perchè la Lazio sbanda sotto la guida Ballardini e la gestione Reja apre le prime crepe tra il biancoceleste e Maurito. Si fa fotografare in curva durante una squalifica mentre effettua il saluto romano al fianco della candidata Governatrice della Regione Renata Polverini, le pagine di siti e giornali a commento si sprecano. Chiude la stagione con appena 3 gol. La terza annata è da montagne russe: Maurito incanta e delude, chiude con 9 reti e 8 assist in 35 gare giocate.

CAUSE, LITIGI E MOBBING - Qualcosa si rompe. Ritardi agli allenamenti, vita non proprio da atleta modello, l'ambiente comincia a interrogarsi. Zarate finisce all'Inter nell'estate del 2011 per poi rientrare a casa Lazio come un "pacco" a fine stagione. E' l'inizio della fine: rifiuta la convocazione di Petkovic a metà dicembre per una gara proprio contro i nerazzurri, finisce fuori rosa. Si dà malato mentre il club lo dichiara in vacanza alle Maldive, il resto è veleno: «Lotito è a capo di una Cupola, fa cose illegali», «Non avevo considerazione, nè assistenza medica quando sono finito fuori rosa, piangevo da solo nei bagni di Formello». Dall'Argentina, dove è rientrato al Velez rescindendo unilateralmente il suo contratto con la Lazio, Maurito spara bordate e  si dichiara vittima di mobbing. Lotito non ci sta e fa controcausa: la Camera di Risoluzione delle Controversie Fifa si esprime sulla questione, dando ragione al patron biancoceleste e stabilendo un indennizzo pari a 5 milioni e 300mila euro più interessi. Volano ricorsi, si minacciano pignoramenti, finisce una storia mai definitivamente sbocciata.

MZ7 - Fino a ieri, quando dal dimenticatoio viene fuori MZ7: fa scena, come CR7 e FA 10, tanto per restare in casa Lazio. Zarate segna un gran gol con la sua nuova maglia numero 7, quella della Fiorentina (dove è arrivato per appena 2 milioni). Non lo dice, ma mentre corre pazzo di gioia verso la sua nuova curva il pensiero è per un vecchio nemico: dedicato a Lotito.
 

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