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Lotito: "Lazio da scudetto? Niente voli pindarici. Milinkovic mai in vendita"

Il patron biancoceleste ha commentato la vittoria contro la Juventus: "Squadra determinata". Ma niente sogni: "Servono umiltà e sacrificio"

ROMA - La Lazio batte la Juventus, trova la settima vittoria consecutiva in Serie A e rafforza il terzo posto. Un fine settimana da ricordare per tutti i tifosi biancocelesti e per il presidente Claudio Lotito: “Se me lo aspettavo? Non faccio il mago. La squadra però ha una condizione atletico-agonistica molto buona e un gruppo compatto, spero mantenga questo profilo. Le partite si vincono con umiltà, sacrificio, determinazione e furore agonistico. La squadra è stata determinata fino alla fine”, le sue parole a Tiki Taka. Poi sulle critiche ad inizio stagione, il patron non si scompone: “Le vittorie sono di tutti così come le sconfitte. Se perde è anche colpa mia, se vince c’è il mio contributo. Il gruppo è forte e coeso pure tra allenatore e dirigenti. Io intervengo nell’ambito delle mie prerogative e sempre d’accordo con il tecnico per responsabilizzare i ragazzi. Non c’è neanche bisogno in realtà perché sono bravi e hanno un atteggiamento positivo. Vanno solo mostrati quelli che sono i rischi e le problematiche”.

Lazio, Lotito e lo scudetto

Ora dalle parti di Formello qualcuno parla anche di titolo. L’Inter capolista è a cinque punti, ma Lotito mantiene i piedi per terra: “Non facciamo voli pindarici che non ci appartengono. Dobbiamo vedere partita dopo partita con umiltà e spirito di sacrificio, mantenendo questa compattezza che passa per lo spogliatoio e i tifosi che sono il nostro dodicesimo uomo in campo. Con la Juve abbiamo avuto un sostegno importante. Anche la società sta facendo diversi sforzi in termine di iniziative, a partire dal pre-partita. Io ho cercato di unire sport e cultura, mostriamo anche l’arte allo stadio. Serve ad attenzionare i tifosi che sono più portati a sostenere la squadra. Abbiamo aperto un negozio a piazza di Spagna, c'è stata una grossa affluenza”. Sul calciomercato tra colpi fatti e quelli futuri: ”Rinforzare la squadra non può significare svilire le qualità dei giocatori che abbiamo. Prendo ad esempio Correa, Caicedo e anche altri. Soprattutto i giocatori stranieri non si adattano facilmente a cui serve un periodo di assestamento. Luis Alberto oggi viene osannato da tutti, ma prima veniva criticato. Dopo 15 anni di presidenza alla Lazio ho acquisito un minimo d’esperienza basata su logiche diverse. Basta vedere alcune squadre che, nonostante l’organico, non hanno raggiunto buoni risultati. La società è sempre pronta e sempre lo sarà. Ma bisogna fare le cose che servono, non facciamo la collezione delle figurine Panini. Milinkovic? Non stiamo al supermercato che paghi uno e prendi due. Milinkovic è un patrimonio della società che sta bene dove sta, nessuno l’ha messo mai in vendita”. Chiusura sullo stadio: “Abbiamo messo la squadra in condizione d’avere un centro avveniristico che ha contribuito a formare lo spirito di appartenenza. Io ho sempre fatto da apripista per tutte le situazioni. Quelle che io prospettai quindici anni fa sarebbe stato di gran vantaggio per la città. Parliamo di un progetto che aveva una stazione ferroviaria interna, uno svincolo stradale e un approdo via fiume.”

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