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Lazio, 8 anni fa la scomparsa di Chinaglia: “La nostra bandiera"

Il club biancoceleste, in una nota ufficiale, ha ricordato Long John: "Sempre vivo nei nostri cuori"

ROMA - Sono otto anni che la Lazio è vedova di una sua bandiera, forse la più celebre: Giorgio Chinaglia. Il simbolo del club degli anni ’70, il “figlioccio” di Tommaso Maestrelli, il genio e sregolatezza che faceva il paio con gli altri ragazzacci che riuscirono nell’impresa di vincere il primo scudetto. La sua storia parte da lontano: a 8 anni è un bambino di Carrara che lascia la nonna in Toscana e arriva in Galles, in treno, con un cartello al collo con su scritto l’indirizzo dei genitori: un’immagine decisamente deandreiana. Cresce calcisticamente allo Swansea, poi il ritorno in Italia alla Massese. Va nel 1967 all’Internapoli, due anni dopo è alla Lazio. Diventa una bandiera, un simbolo. Gol, polemiche, scorribande: prendere o lasciare, lui è così. Fa innamorare due generazioni di tifosi biancocelesti: padri che vedono le sue imprese e i figli che accendono gli occhi al racconto epico di quel personaggio diventato leggenda. Lascia Roma nel 1976 per andare a vestire la maglia dei New York Cosmos. Gioca con Pelé, diventa americano a tutti gli effetti senza dimenticare il suo passato. Anni lontano da Roma, procedimenti giudiziari, critiche. Il 1 aprile di otto anni fa, a 65 anni, muore a seguito di un attacco cardiaco in Florida. Oggi riposa accanto a Tommaso Maestrelli al cimitero Flaminio di Roma. Un lieto fine.

Il ricordo della Lazio

Il club biancoceleste, con una nota sul proprio sito ufficiale, ha ricordato la scomparsa di Chinaglia: “Otto anni fa ci lasciava Giorgio Chinaglia, bandiera biancoceleste e vincitore del primo Scudetto della S.S. Lazio. Quel dito puntato, quel rigore battuto contro il Foggia, quei 24 gol nel 1973/74, sono immagini che il popolo biancoceleste non dimenticherà mai. Nel cuore di tutti è sempre vivo il suo ricordo”.

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