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Immobile pazzo di Lazio: "Resto a vita e ho un sogno"

Dall’amore per il club biancoceleste al rapporto con Inzaghi e Lotito, il bomber parla di tutto nella diretta Instagram con Damiano ‘Er Faina’: “Fino a quando indosserò questa maglia darò il massimo”

Ciro Immobile, come tutti, non vede l’ora di poter tornare a giocare. Ma intanto il bomber giura amore eterno alla sua Lazio, parla del rapporto con il presidente Lotito e ripercorre le tappe principali della sua carriera nella diretta Instagram con Damiano “Er Faina”. “Il calcio manca a tutti, è fonte di distrazione. Purtroppo in questo momento non possiamo fare niente. La mia carriera? Parto da Sorrento seguendo tutta la trafila. Il Sorrento era una società seria e sana, ci ha dato l'opportunità di farci vedere negli allievi nazionali. Mi voleva anche il Messina, che all'epoca era in Serie A”.

Immobile: “La chiamata della Juve? Pensavo a uno scherzo”

Quando arrivò la Juventus pensai fosse uno scherzo. Ritrovarti una chiamata del genere è incredibile. Me lo disse mio padre, la mia famiglia nemmeno aveva mai preso l'aereo e dovevamo andare a Torino. Fu molto difficile ambientarmi, ti dovevi subito mettere al livello degli altri e tutto era frenetico. Il primo anno ho fatto fatica, poi gli altri due anni andarono alla grande. Subito dopo sono andato a Siena, ero giovane e la squadra era molto forte. Ho sofferto il salto di categoria ma mi ha aiutato tanto. Quando sono andato a Grosseto invece ho imparato tante cose che poi mi sono ritrovato a Pescara. Devi stringere i denti quando va male, anche col Genoa non fu facile ma poi andò bene a Torino. Sono step necessari per crescere. Il calciatore deve avere testa, nell'intera carriera non può andare sempre come tu vuoi. In quel momento si vede se puoi fare veramente il giocatore o no. Nei momenti complicati non devi mai pensare di non essere all'altezza”.

Immobile: “Zeman ci ha dato tutto”

"Da Pescara è partito tutto. C'erano tanti giovani e anche molti più anziani, un mix che ti dava una spinta in più. Se non hai un gruppo forte non puoi lottare per un obiettivo importante. Quando siamo partiti ci davano per spacciati, anche questa cosa ci ha dato forza per dimostrare. Zeman è stato bravo a tenerci uniti, compatti, a darci tutto quello di cui avevamo bisogno a livello tattico. Andavamo fortissimi, eravamo velocissimi. Non si capiva nulla in campo. Eravamo indemoniati. Quando abbiamo vinto il campionato non ho pensato di essere arrivato, di essere veramente forte. Conoscevo bene il calcio, sapevo di dover dimostrare qualcosa in più anche quando ero al massimo. Mancava qualcosa per dare il massimo in Serie A, per me è stato un punto di partenza".

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