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Immobile pazzo di Lazio: "Resto a vita e ho un sogno"

Dall’amore per il club biancoceleste al rapporto con Inzaghi e Lotito, il bomber parla di tutto nella diretta Instagram con Damiano ‘Er Faina’: “Fino a quando indosserò questa maglia darò il massimo”

Immobile e il ricordo dell’Europeo U21

"Abbiamo perso la finale con la Spagna, era proprio l'anno in cui ero al Pescara. Tutti quelli che giocavano in quella nazionale ora giocano in club importanti. Nella Spagna molti giocavano già in Champions League, alcuni di noi in Serie B. A noi mancava l'esperienza giusta, già avevamo vinto una partita sudata con l'Olanda che era fortissima. Con gli spagnoli dovevamo fare la partita della vita perché erano incredibili. Ho fatto il gol del pareggio con pallonetto a De Gea, poi abbiamo avuto una grande occasione con Florenzi. Poi la rete del 2 a 1 per loro ci ha uccisi. Non ha avuto però ripercussioni quella sconfitta, siamo usciti dal campo consapevoli di aver dato tutto e sperando di prenderci una rivincita. Fu un Europeo davvero bello, il gruppo era fantastico".

Immobile: “A Torino la consacrazione”

"Con il Genoa ero partito bene, nel girone di andata segnai molto. Poi ci sono stati tanti cambi di allenatore, mi ha destabilizzato. La squadra lottava per non retrocedere e sono andato in difficoltà. Ci siamo salvati fortunatamente, quell'esperienza mi ha fatto crescere tanto. A Torino mi sono consacrato, è stata un'annata bellissima. Abbiamo fatto cose incredibili, io nemmeno ero partito benissimo. Ho iniziato a segnare dalla settima giornata, vincere la classifica marcatori a 22 anni è incredibile. Mi ha dato tanta motivazione. Giocavamo bene a calcio e ci divertivamo, da lì è iniziata la mia storia in Serie A".

Immobile: “La verità sul Borussia Dortmund”

"Sono andato all'estero perché avevo due proposte: Borussia Dortmund e Atletico Madrid. Mi piacevano entrambe, però avevo già un accordo con i tedeschi e non mi andava di ritirare la parola data. Il Borussia aveva Klopp, aveva fatto la finale di Champions e vinto un campionato. Era uno squadrone. Quell'anno non è andata come volevo, ma non è andata male. Ero uno straniero in una compagine abituata a vincere, e quello era un periodo di difficoltà per loro. Non potevo trascinare la squadra intera, era difficile. Ho fatto 10 gol in totale, in Champions ne ho fatti 4. Era complicato, il mister si fidava dei soliti per risalire la china, i senatori. Giusto che si affidasse a loro, i giovani e gli stranieri sono stati messi un po' da parte visto che si lottava per la retrocessione a dicembre. Mi trovavo bene, anche con i compagni: mancava quel qualcosa in più che i risultati potevano darci”.

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