ROMA - Cinque anni in biancoceleste per una leggenda del calcio mondiale. Miroslav Klose chiude la sua carriera alla Lazio, gioca la sua ultima partita il 15 maggio del 2016 all’Olimpico contro la Fiorentina. Sconfitta per 4-2, ma è festa finale per un attaccante capace di segnare in 171 presenze, 63 gol e firmare 35 assist. Tutto l’Olimpico omaggia quel ragazzo d’oro: intelligente in campo, un vero signore fuori. A Formello ancora ricordano: “Raccoglieva i palloni a fine allenamento, un esempio per tutti”. Peccato solo che, nel giorno del suo addio, Miro lancia una frecciatina alla società: “Se Lotito mi ha chiesto di restare alla Lazio? No, nessuno ha parlato con me, quindi... Io non posso fare tutto da solo, mica ho deciso io di andare via”. Tradotto: Klose un altro anno in biancoceleste se lo sarebbe pure fatto. Ma niente da fare. Fine della sua avventura laziale, fine della sua super carriera da calciatore. 

La leggenda al servizio

La bacheca è piena di titoli. Due Coppe di Lega tedesca, 2 Bundesliga, 2 Coppe di Germania, 1 Supercoppa di Germania, 1 Coppa Italia (quella del 26 maggio 2013 con la Lazio) e 1 Mondiale. Senza dimenticare che è il miglior marcatore di tutti i tempi nella Coppa del Mondo: 16 gol segnati in 4 tornei. Ha lasciato Roma, senza mai vendere la sua casa, per tornare a Monaco di Baviera. Ha allenato i baby del Bayern, poi dalla prossima stagione avrà la grande occasione di stare al fianco di Hansi Flick sulla panchina dei bavaresi. Dal primo luglio partirà la sua nuova avventura da vice allenatore: “Un passo importante per la mia carriera, spero di aiutare il club con la mia esperienza”. E Miro, di certo, ne ha da vendere.