Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Le mutande, gli scherzi, i racconti di amici e compagni: Lazio, auguri Gascoigne

Gazza spegne 53 candeline. Genio del pallone e vita da rockstar. Amoruso: “Uomo dal cuore grande”

ROMA - Paul Gascoigne compie 53 anni. In tre stagioni alla Lazio ha raccolto tanti applausi. Un giocatore stravagante che ben presto ha fatto innamorare tutta la tifoseria biancoceleste a suon di gol, grandi giocate e scherzi simpatici. Zoff con lui diventava matto, eppure lo ha sempre apprezzato e lodato. Dal 2004 ha appeso gli scarpini al chiodo. Da lì, Paul, ha iniziato la sua discesa negli inferi. Spesso è finito al centro delle cronache per problemi di alcolismo e droga. L’ultima bravata? Un mese fa ha violato il lockdown in Inghilterra per andare al pub clandestino di un suo amico. E la fidanzata lo ha lasciato. Un compleanno in solitaria, ma con l’affetto dei suoi ex compagni che non lo hanno mai dimenticato.

Doll e l’aneddoto su Gascoigne

Doll ha conosciuto bene Gazza alla Lazio. E lo ricorda con affetto: “Paul era uno bravo che si è subito trovato a suo agio, per la sua simpatia e classe. Lui scherzava con tutti. Ad esempio, legava gli scarpini dei giocatori. Oppure faceva saltare le interviste perché si presentava in mutande. Ma era un buono, aiutava i ragazzi, gli dava i passaggi in macchina, tutta la squadra gli voleva bene”.

Gli auguri di Amoruso

Lorenzo Amoruso ha giocato con Gascoigne ai Rangers di Glasgow. E anche lui ha solo bei ricordi: “Paul ha un cuore gigantesco, qualcuno si è anche approfittato di lui. Lui è un uomo grande, istintivo, a volte ridicolo e in alcune occasioni ti ‘tira’ fuori le botte dalle mani. È un guascone, cerca sempre la battuta. Spesso va oltre, perché ci sono momenti e momenti. La nostra più grande paura? Che si sarebbe svegliato morto da qualche parte. Non si è fatto mancare nulla tra droga e alcol. Una persona sopra a tutto. Essere diventato un fenomeno del calcio è stato già un grande passo per lui, per quello che ha vissuto da ragazzo. In tanti si sarebbero persi”. Poi l’annedoto: “Si fa male alla caviglia, vado a trovarlo in infermeria. Gli chiedo come sta, lui risponde: ‘Bene dai, sto bene’. Vedo che il fisioterapista gli ha fatto una fasciatura al piede. Si alza e gli fa: ‘Va meglio, ma hai ingessato la caviglia sbagliata’. Solo alla fine glielo aveva detto. Era incredibile”.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi