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Lazio, il racconto di Tare: “Il calcio è la mia vita. Sempre sognato di fare il ds”

Il dirigente biancoceleste ha ricordato i suoi inizi dopo l’addio da giocatore: “Questo sport per me è un punto di riferimento”

ROMA - Il calcio al centro della vita di Igli Tare. Prima giocatore, poi direttore sportivo. Alla Lazio ha trovato la sua dimensione perfetta senza provare nessun’altra realtà. Stretta di mano con il presidente Claudio Lotito e inizio del viaggio che ha portato il club a vincere diversi trofei. Alla rivista Lazio Style Official Magazine, il ds si è confessato. Questa l’anticipazione: “Dopo la carriera da calciatore ero convinto che sarei rimasto in questo mondo, non sapevo se da dirigente o da allenatore. La mia vita sarebbe comunque rimasta legata al calcio".

La nuova vita

"Questo sport è stato un punto di riferimento e, quando ero giocatore, la pensavo in maniera diversa rispetto agli altri. Ero interessato a ciò che avveniva al di fuori del campo, mi incuriosiva la gestione di una società e ciò mi ha aiutato molto nel corso della mia carriera. Quando ho intrapreso il percorso dirigenziale, pensavo di voler proporre me stesso. Avevo alle spalle un’esperienza importante, mi sono sempre detto che, se avessi svolto il ruolo da direttore sportivo, avrei continuato a ragionare con la testa da calciatore. Questo è stato molto d’aiuto, soprattutto nei momenti più difficili”.

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