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Sarri striglia la Lazio: un'ora di confronto a Formello

Il tecnico biancoceleste ha analizzato le cadute mentali della squadra e l’incapacità di tenere lo stesso passo degli avversari

ROMA - Un’ora di confronto nel confessionale di Formello. Sarri e la Lazio ieri mattina si sono guardati negli occhi, come si dice in questi casi, e si sono detti tutto. Il tecnico a Lecce era deluso e scoraggiato, non grondava rabbia. Semmai delusione, perché gli antichi difetti riemergono, non sono mai stati del tutto eliminati, e sull’argomento batte come un martello da mesi. Ieri ha sollecitato e organizzato l’incontro con la squadra. Voleva ascoltare i giocatori, le analisi, cercando di capire le ragioni per cui la luce si spegne e la Lazio si consegna agli avversari, come è successo mercoledì sera e anche dentro una notte in cui la partita era cominciata benissimo.

Interventi

Il confessionale resta segreto e beato chi offrirà ricostruzioni. Di sicuro hanno parlato in tanti, come diverse sono state le motivazioni e tanti gli argomenti toccati. Altrettanto certo è che Sarri non si dia per vinto e non sia capace di mettersi in discussione. Lo ha fatto anche a Lecce, svelando l’errore commesso sulla sostituzione di Milinkovic. Era partito con l’idea di toglierlo, sull’1-1 ci aveva ripensato, c’è stato un errore di comunicazione e non si è accorto che stava uscendo il serbo al posto di Basic. Questo è stato un effetto della confusione, non la causa. Tutta la Lazio, compreso Sergej, era stata messa sotto di brutto, travolta dalla ferocia e dalla cattiveria del Lecce.

Forma

Sarri ha escluso un calo fisico, non vuole concedere alibi. Si gioca e si resiste nelle difficoltà. E’ un dato oggettivo che Milinkovic sia tornato malconcio dal Qatar e si sia allenato pochissimo dopo il Mondiale: sarà al 30 o 40% della condizione. E’ innegabile che Immobile, dopo quasi tre mesi di stop, non potesse correre sino al novantesimo come nella prima mezz’ora. Lo stesso discorso vale per Zaccagni e Lazzari, infortunati a metà novembre. Pedro, anni 35, non è sembrato al top e ci può stare dopo una sosta così lunga. Felipe era rimasto escluso inizialmente, Romagnoli ha bisogno di rodaggio. Togliete Luis Alberto e tutti questi deficit Sarri non se li può permettere. I cambi (Vecino spento, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero) non sono Brozovic, Raspadori e Politano, Chiesa e Kean. Contano i livelli e le categorie, come dice Allegri. Non si può non tenerne conto.

Spirito

La Lazio soffre i ritmi alti, l’aggressività di certe squadre. Mau ha parlato di cilindrata. La frequenza di passo non è la caratteristica principale di alcuni giocatori. C’è un deficit di personalità e di interpretazione. Mau lo ha sottolineato. Il primo gol del Lecce è stato regalato dalla Lazio. Lazzari in uscita, tocco laterale di Pedro senza guardare e un appoggio certo accanto. Se sei sotto pressione, tiri via il pallone o prendi il fallo, invece di tentare la combinazione difficile. Il Lecce ha recuperato ed è andato in porta con Di Francesco. Sarri è dalla parte della squadra. Non ha parlato di presunzione, semmai di superficialità. Lotito è al suo fianco. Tare per niente. Non c’è feeling tra i due, è risaputo. Manca da due anni una figura come Peruzzi e sarebbe mancata a qualsiasi allenatore. I giocatori ragionano come aziende, sulla base di interessi personali o di mercato. La Lazio è stata un blocco unico per tre mesi, sino a metà ottobre. Certe dinamiche erano venute fuori prima della sosta. Non c’è la compattezza d’inizio stagione: bisogna ritrovare lo spirito giusto. 

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