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Lazio: Sarri, Immobile e la chiusura del cerchio

Marco Rosi / Fotonotizia

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Sembra quasi che la Lazio abbia perso uno dei suoi pregi più invidiati: la spensieratezza, quella sana incoscienza che l’ha fatta navigare anche controvento. Una caratteristica che l’ha aiutata, fino a metà aprile, a ridisegnare le gerarchie nella corsa alla Champions: un biglietto della lotteria da cinquanta milioni. Questo senso di libertà le ha consentito di esprimere un gioco con il bollino “gold quality” e di andare oltre i suoi limiti oggettivi. Divertimento, allegria e leggerezza. L’impressione è che la Lazio, adesso, avverta il peso improvviso di una responsabilità legata alla chiusura di un cerchio, alla consapevolezza di trovarsi davanti a un compito di matematica in cui gli ultimi passaggi partoriranno il risultato di una stagione. Se prima la sua luna di miele nasceva solo dalla ricerca di un calcio evoluto e brillante, adesso deve convivere con un obbligo: proteggere il secondo posto e non sbagliare l’ultimo tratto del campionato. Un dovere che può togliere tranquillità. Aspetto che preoccupa Sarri più della sconfitta con l’Inter, la seconda consecutiva: “Quando loro hanno cominciato ad abbaiare, noi siamo spariti”.

Lazio, la soluzione è conservare l’autostima

Ecco perché in queste ore, a Formello, la soluzione non è lavorare sul 4-3-3, ma aiutare la Lazio a conservare l’autostima che si è costruita durante un lungo percorso. Nonostante gli ultimi due ko, i biancocelesti hanno sei punti in più rispetto all’anno scorso. Il problema, nei ragionamenti di Sarri, non è la flessione atletica evidenziata durante il secondo tempo a San Siro. Il nodo riguarda il rischio di diventare prigionieri di due partite interpretate male: quelle con Torino e Inter. Ma la Lazio, che stasera affronterà il Sassuolo all’Olimpico, ha bisogno anche di recuperare subito l’energia di Milinkovic e i gol di Immobile. Nonostante la loro stagione complicata, la meno redditizia da quando Sergej e Ciro sono arrivati a Roma, Sarri ha saputo trasformare in un lingotto d’oro la politica low-cost di Lotito, rafforzando l’opinione di quei tifosi che sostengono come l’allenatore debba meritarsi un monumento in caso di qualificazione in Champions: è l’unico manager - tra i 98 club di Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1 - senza un centravanti di scorta. Ora, però, spetta a Milinkovic e Immobile riprendersi la scena e restituire certezze alla Lazio. Bisogna chiudere il cerchio.

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