ROMA - Ora, finalmente, si inizia a fare sul serio. Non che prima Lotito scherzasse, sia chiaro. Semplicemente, a partire da oggi comincia in via ufficiale l’iter amministrativo che - si spera - porterà a una riqualificazione che farà tornare lo stadio Flaminio a essere la casa della Lazio. Dopo la presentazione del progetto di partenariato pubblico-privato (PPP) di ieri mattina ai vertici comunali, il presidente biancoceleste ieri sera ha protocollato (attraverso una Pec ufficiale) la documentazione firmata con la quale è uscito dal Campidoglio.
Il progetto
Una mossa che ha dato in automatico avvio alla conferenza dei servizi: «Abbiamo predisposto tutto e chiaramente si andrà avanti per step. Adesso presenteremo l’istanza ufficiale. Per quanto riguarda le tempistiche, faremo di tutto per accelerare. Verosimilmente occorrono almeno 3 anni per questo tipo di progetti». Tra il 2028 e il 2030, questa la forbice che realisticamente potrebbe portare alla realizzazione del nuovo stadio Flaminio e alla prima romantica partita al suo interno. Non sarà comunque un impianto esclusivamente della Lazio, ma si metterà a disposizione dell’intera comunità. Proprio questo è uno dei punti sottolineati da Lotito nel corso della presentazione video (durata circa 40 minuti): «Il lavoro è stato apprezzato perché la volontà di riqualificare il Flaminio salvaguarda il valore architettonico, ma soprattuto l’integrazione assoluta del comparto nel quale risiede. Non stiamo facendo uno stadio solo per la Lazio, ma per la città di Roma. Andremo a riqualificare la zona in termini di viabilità, di acustica, di verde. Tutta una serie di iniziative che porteranno massimi benefici per le persone che vivono nel quadrante, per un investimento intorno ai 400 milioni di euro». Eccola, l’altra novità di giornata. Dai circa 250 preventivati si è passati a 400, dal momento che il piano si è esteso su più zone circostanti, in modo da rendere il tutto compatibile con le esigenze di un impianto moderno e polifunzionale.
I dettagli del piano
Per questo, prima della presentazione ufficiale di ieri, lo staff di esperti sul quale ha puntato Lotito si è concentrato in modo particolare sull’aspetto della mobilità. Dal piano mostrato si evince una totale disponibilità a rispettare il tessuto urbano e le possibili richieste delle Sovrintendenze, prevedendo al contempo un’implementazione dei servizi pubblici, dei tram e del GRAB (ossia il Grande Raccordo Anulare delle Bici, un percorso ciclabile attualmente di circa 50 km). In più è stata abbandonata l’idea di un maxi-parcheggio sottostante l’impianto: il progetto ne prevede 7 di medie dimensioni dislocati nelle zone limitrofe, con servizi di navetta (non bus "adattati", ma mezzi appositi) che consentiranno un accesso allo stadio rapido e senza stress per i tifosi. Un altro punto di forza della proposta è la sua eco-sostenibilità: la copertura (che è prevista e sarà mobile) prevede l’utilizzo di pannelli fotovoltaici e filtri sonori da chiudere al fine di ridurre l’impatto acustico sul resto del quartiere per i grandi eventi. La nuova pavimentazione invece sarà strutturata con materiali non inquinanti e il verde nella zona crescerà del 90% rispetto alla situazione attuale. Proposte concrete e realizzabili. Ora si inizia a fare sul serio.