Corriere dello Sport

LIVE

Lazio-Fiorentina, contropiede quell’arma conosciuta

foto
Lazio-Fiorentina, contropiede quell’arma conosciuta Getty Images
Leggi il commento sulla sfida tra biancocelesti e viola all'Olimpico

Ci fosse stato Pesaola sulla panchina della Lazio avrebbe commentato con la sua storica battuta e nel suo fantastico slang italo-argentino: “Me hano rubato la idea”. È andata proprio così, il fulminante contropiede laziale si è trasferito sull’altra sponda e col contropiede, con tanto spazio a disposizione, la Fiorentina ha segnato due gol in 17 minuti e centrato un palo che, con un paio di centimetri in meno, probabilmente avrebbe chiuso la partita già dopo mezz’ora. 

Invece ha sofferto fino alla fine, fin quasi al 100', fino all’ultimo istante quando Pedro ha centrato il palo interno. Sarebbe stato il 2-2. Questa vittoria dei viola è una specie di liberazione dopo quattro sconfitte e due pareggi, sono rientrati in corsa per le coppe, hanno staccato Bologna e Milan, la Juve è a un punto, la Lazio a tre. Era una squadra in crisi e, come all’andata, la Lazio l’ha risollevata.  

Un tempo viola, ma messo a frutto; un tempo biancoceleste, ma senza fortuna. Non c’era la squadra di Baroni nei primi 45'. È riaffiorata con prepotenza nella ripresa, però non è bastato. Aveva segnato sei gol nelle ultime due partite, tre a Verona e tre alla Real Sociedad, ieri in quel primo tempo, nemmeno un tiro nello specchio della porta di De Gea. C’era invece la squadra più in crisi delle ultime 6 giornate, c’era la nuova Fiorentina di Palladino. Nuova nella testa, nella logica e negli uomini. Tre centrocampisti, anche se uno dei tre, Folorunsho, si muoveva nella posizione di esterno destro però con le caratteristiche del centrocampista (come Bove, che attaccava e difendeva sulla fascia sinistra); poi una punta e due trequartisti, anche se uno dei due, Beltran, lavorava sodo, ma sodo davvero, sul corridoio di sinistra. Tanto lavoro non gli ha tolto la lucidità in occasione del 2-0. Fuori le ali vere, Sottil, Colpani (infortunato) e Ikone (a casa per ragioni di mercato), dentro chi sta meglio, come Beltran. L’ultima novità era quella di Pongracic al posto di Comuzzo: l’ex leccese, finalmente spedito in campo da Palladino, ha dimostrato che averlo così a lungo trascurato è stato un errore. 

Questa buona, eccellente, vogliosa e dinamica Fiorentina ha trovato la Lazio in un altro momento di disagio, un momento durato 45 brutti minuti. All’Olimpico ne aveva presi sei dall’Inter e poco dopo aveva perso il derby. Il suo avvìo ieri sera è stato agghiacciante. Primo gol di Adli: palla persa da Marusic. Secondo gol di Beltran: Zaccagni non ha rincorso Dodo. Il palo di Gudmundsson: tanto campo per Dodo. Dire che dietro erano messi male è fare un complimento alla Lazio.  

Solo tre cambi rispetto a giovedì scorso, ma Rovella era rimasto in panchina e in partite come queste, con la Fiorentina che si chiudeva con una solida organizzazione e ripartiva come una furia, era indispensabile un giocatore con le sue qualità, col suo occhio lungo. Inevitabile il suo ingresso dopo l’intervallo e anche grazie a lui la Lazio ha trasformato la ripresa in un assedio. La Fiorentina si è difesa bene, fin quando ha avuto l’energia per farlo. Palladino l’ha mossa con lucidità attraverso cambi efficaci. Difendendosi, certo, ma con ordine e attenzione per una quarantina di minuti. Prima con Comuzzo terzino destro e Dodo più avanti, poi con Parisi a sinistra davanti a Gosens e col conseguente spostamento di Beltran alle spalle di Kean. Nel finale rovente, il gol di Marusic, l’espulsione dei due allenatori e il palo di Pedro. Tanta sofferenza per la Fiorentina, poca fortuna (e molta imprecisione) per la Lazio. 

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi