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Lotito: "Striscione antisemita a Parma? Se lo avessero fatto i laziali sarebbe stato un cataclisma"

Il presidente della Lazio elogia la prestazione della squadra contro il Napol e si rammarica per il mancato clamore attorno alla vicenda del Tardini

ROMA - A Montecitorio l'omonimo Lazio Club ha festeggiato i 125 anni della società capitolina e il presidente Claudio Lotito è stato protagonista delle celebrazioni tenutesi nella Sala Tatarella della Camera dei Deuputati. Il numero uno biancoceleste è tornato sulla partita con il Napoli, detto la sua sullo striscione esposto da alcuni tifosi della Roma a Parma e aggiornato la situazione sullo Stadio Flaminio.

"Lo striscione a Parma? Se fossero stati i laziali..."

Il presidente della Lazio, interpellato sullo striscione antisemita apparso al Tardini durante Parma-Roma, non ha dubbi: "Mi spiace rimarcare il fatto dello striscione che è apparso a Parma. Se lo avessero fatto i laziali sarebbe successo un cataclisma. Quando ho ereditato questa società veniva etichettata come razzista e antisemita, oggi tutto possono dirci tranne quello. Noi parliamo con i fatti".

"Altri 5 minuti e..."

In merito al match di sabato scorso contro la capolista, Lotito mescola orgoglio e rammarico: "La partita con il Napoli è stata particolare, avremmo meritato un risultato diverso, i ragazzi hanno stradominato e fatto una prestazione straordinaria. Fosse durata 5 minuti in più sarebbe andata diversamente. Abbiamo una società forte che combatte sul campo, combatteremo fino alla fine per raggiungere il massimo traguardo e abbiamo tutto per farlo".

Il sogno Flaminio e le solide realtà

In merito al progetto di riqualificazione dello Stadio Flaminio, per realizzare la nuova 'casa' della Lazio, Lotito tira dritto: "Stiamo lavorando, abbiamo presentato il progetto e vogliamo fare cose serie, per il bene della città".

Il ritorno dell'aquila

Immancabile la domanda sull'allontanamento del falconiere Juan Bernabé e di conseguenza dell'aquila Olympia. Lotito non si sottrae, spiega e promette: "Bernabè non incarnava più i nostri valori. Andava nelle scuole dopo quello che aveva fatto e detto, che esempio poteva dare? Ho ritenuto di rescindere il contratto e troveremo chi rappresenterà in modo diverso e adeguato il nostro simbolo. Riporteremo le emozioni sul campo con l'aquila".

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