ROMA - Ha infilato il sinistro sotto la traversa e i blocchi mentali nel cestino. La svolta di Isaksen parte dal gol-siluro contro il Napoli. Prodezza simile al timbro dell’andata, ancora più bella quella all’Olimpico. Non segnava proprio dalla sfida al Maradona, decisa dal suo mancino all’incrocio. Gustav ci ha preso gusto, in Coppa Italia si è dimostrato di nuovo il più pericoloso della Lazio. Che la crescita sia solo un punto di partenza: i numeri evidenziano il cambio di passo, ha messo da parte la timidezza ed estratto il coraggio, la personalità che troppo spesso era mancata nel primo anno e mezzo a Roma. Martedì contro l’Inter ha tirato in porta più di ogni altro giocatore in campo, è diventata una costante: 4 tentativi nello specchio sui 6 complessivi della squadra di Baroni, ha provato a incidere fino al momento della sostituzione con Ibrahimovic, dentro al suo posto per l’esordio assoluto in biancoceleste. I tiri di Milano rientrano nella crescita che ha fatto registrare nelle ultime tre partite (Napoli, Venezia e Inter), due di campionato e una di Coppa Italia. In tutto, in 270 minuti, Isaksen ha tirato 9 volte in porta, più di tutti i suoi compagni, più dei centravanti che sono stati scelti. Taty col Napoli aveva giocato meno di mezzora, Noslin e Tchaouna si sono alternati dopo. La top 5 dei tiratori delle ultime tre gare è Isaksen 9 tiri, Tavares 5, Dia 4, Zaccagni 3, Pellegrini 3. Baroni ha chiesto al danese di cercare di più la porta visto che centralmente gli assalti non riescono. Isaksen col Napoli addirittura si era trovato sulla trequarti, centralmente, e aveva mirato sotto l’incrocio. Sta garantendo movimenti simili a quelli di Zaccagni a sinistra.
Tante palle recuperate
Isaksen è stato la nota positiva anche dell’ultima partita. Il discorso non va limitato alle conclusioni, nella sua prestazione spiccano anche i 5 recuperi, gli stessi di Gila, meno soltanto di Rovella (7), per indole e ruolo riconquistatore di possessi. Il danese ha confermato i progressi nella trasferta di Milano, sono la conseguenza di una spensieratezza maggiore. Con la rete al Napoli si è liberato delle pressioni, gli pesavano sulle spalle, lo rallentavano nelle gambe e nella creazione di idee. Non gioca più con il freno a mano tirato, anche a Venezia è stato il più intraprendente, al netto dell’apatia offensiva che ha caratterizzato la gara al Penzo. Per lui 3 tiri totali di cui 2 in porta, pure in questo caso record del confronto (il secondo Dia con 2).
Il futuro di Isaksen
Gli è mancato il cinismo, più che altro. È lo step successivo da compiere, mica un dettaglio da qui alla fine della stagione. Le responsabilità sono distribuite soprattutto con Castellanos ai box: servono più gol dagli esterni, non solo dagli attaccanti puri o presunti tali. Isaksen ha segnato 3 reti in campionato, decisamente poche viste le 20 partite su 26 disputate da titolare. Sta trovando piena fiducia, l’addio di Felipe Anderson gli ha liberato la strada sulla fascia destra. Adesso vanno aggiunte le marcature al rendimento. L’Udinese finora è stata l’unica avversaria colpita (seconda giornata del 24 agosto) oltre al Napoli, punito all’andata e al ritorno a distanza di 10 turni.
I progressi del danese
Ha raggiunto il bottino della scorsa Serie A (gol a Frosinone, Bologna e Salernitana), le chance dall’inizio però erano state solamente 12 nel primo anno nella Capitale. Ora Isaksen ha il compito di ridurre i periodi d’astinenza, con i dati attuali diventa più facile scrivere il nome nel tabellino dei marcatori. All’aumento della consapevolezza deve corrispondere l’aumento della precisione, le statistiche rimangono inconsistenti se non si trasformano in soddisfazioni. Il Milan domenica, sempre a San Siro, è un altro grande test per ribadire il netto miglioramento. A gennaio il diesse Fabiani aveva fissato il prezzo in 15 milioni, offerte inferiori non sarebbero state prese in considerazione. Ci ha provato il Napoli proponendo lo scambio con Ngonge. No secco. Un bene per Baroni.