Lo stadio Flaminio come casa della Lazio è una realtà sempre più concreta. Dopo la bocciatura del progetto della Roma nuoto Lotito è pronto a muovere i prossimi passi. Ufficiali e concreti. La conferenza dei servizi può partire e il patron della Lazio ha una corsia preferenziale. Sono quasi 15 anni che al Flaminio non si disputano gare ufficiali e dal Sei Nazioni 2011 pare passata una vita. La casa del rugby (vecchio progetto Fir) non è mai nata, quella della Lazio forse vedrà la luce. E la Borsa approva e applaude visto che il titolo Lazio è schizzato a Piazza Affari con un +4%. Un rialzo non scontato, in questo momento storico. E in una giornata che vede ancora gli effetti negativi della pubblicazione dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con il FTSE MIB che perde intorno al 3,3%.

Stadio Flaminio alla Lazio, cosa succede adesso

L'idea è quella di avere il Flaminio pronto entro il 2032, per utilizzarlo anche come campo d'allenamento per Euro 2032. Lotito sogna il sì alla conferenza dei servizi entro un anno per poi portare lo stadio a quota 50.750 i posti a sedere entro la prima metà del 2029. I lavori costeranno circa 438 milioni, il progetto è pronto, non si parla per ora di copertura ma di rispettare il vincolo storico quello sì. Ed è forse la parte più complessa di tutta l'operazione. La “problematicità richiede di essere affrontata e risolta nelle sedi opportune", dicono i progettisti della Lazio che però hanno promesso la complessiva conservazione delle caratteristiche architettoniche dell’impianto. La palla passa adesso al Comune: da più parti filtra la convinzione che se entro 12 mesi, cioè metà 2026, tutto andrà a posto, allora la casa della Lazio sarà realtà.  Nell’ attesa la notizia della bocciatura del piano presentato dalla Roma Nuoto ha portato come prima conseguenza il balzo in avanti del titolo borsistico della Lazio a Piazza Affari.