Nel giorno perfetto la Lazio ha dimostrato di sopportare col sorriso lo spostamento della partita giustamente criticato da Lotito e la faticaccia e la delusione dei 120 minuti col Bodø. C’è anche la pattuglia di Baroni nel gruppone che si contende i passaporti per l’Europa, all’assalto e grintosa anche alla sua 47ª partita. Mostrando subito il petto in fuori e certamente favorita da quaranta minuti col vantaggio di un giocatore, la Lazio ha mostrato una caratura decisamente superiore con i soliti due robot dominanti a centrocampo. Non so dove trovino le forze Guendouzi e Rovella per macinare chilometri, strappare palloni agli avversari, assistere gli attaccanti. L’imbucata di Rovella per Dia appartiene ai gioielli del gioco del calcio. Nello scrigno metterei anche il gol di Castellanos, un misto di acrobazia e genialità. Il tandem del Taty con Dia si è confermato risorsa essenziale per il disegno di Baroni e non solo perché sono stati loro i goleador di Marassi. La manovra offensiva si svolge con i loro spostamenti e i loro cambi di passo che fanno sbandare i castelli difensivi. Il giorno perfetto ha premiato anche una difesa finalmente imbattuta.
Nella prima parte della gara è stato Mandas a parare due volte le frecciate genoane, poi Romagnoli e soprattutto Gila hanno protetto con grande personalità la propria porta. Neanche la parità numerica degli ultimi venti minuti ha consentito al Genoa di rendersi pericoloso. Ma una medaglia sul petto la merita ancora una volta Pellegrini, il Tavares di casa nostra, imprendibile sulla corsia di sinistra, combinazioni incessanti con Zaccagni, piede buono per mettere al centro palloni pericolosi dal fondo, uno dei quali ha consentito a Castellanos il gol da copertina. Società e allenatore saranno pentiti, immagino, di averlo messo per due mesi in quarantena. Lo scivolone della Juve a Parma ha rimesso Baroni accanto alla Signora a un solo punto dal quarto posto del Bologna. La squadra è in salute, l’incubo Bodø pare superato.
Con una sola partita a settimana, la Lazio può adesso puntare con legittime prospettive alla corsa europea. Il Genoa ha sofferto le assenze di uomini come Miretti, Zanoli e Messias, tutto il peso del centrocampo è caduto sulle spalle di Thorsby, bravissimo ma con scarsa assistenza. La sconfitta non intacca né la classifica del Grifone né i meriti del suo allenatore che delle sue 21 gare ne ha perse soltanto 6. A Vieira si può forse rimproverare di avere affidato all’esordiente Otoa, un ragazzone di un metro e novantadue, il controllo di un giocatore agile e veloce come Zaccagni.