Corriere dello Sport

LIVE

Lazio, c’è un solo risultato

foto
Lazio, c’è un solo risultato LAPRESSE
Leggi il commento al momento dei biancocelesti, impegnati sul campo dell'Inter in una sfida decisiva

La ricordo lucidamente quella notte del 3 giugno di quattro anni fa, la notte di un pasticciaccio, fatta di telefonate, sorprese, sgarbi fino all’alba, quando Simone Inzaghi, promesso sposo di Lotito, dopo più di vent’anni in casa Lazio scelse la più ricca dimora interista. Da allora fra Simone e Lotito è stata guerra aperta, senza lanci di missili, una guerra fredda alimentata da partite elettriche e risultati alterni. Al primo confronto col vecchio amore sulla panchina dell’Inter, il 16 ottobre del 2021, la Lazio di Sarri, il suo fresco successore, lo prese a schiaffoni e il popolo laziale pensò “ben gli sta”, anche se col cuore a pezzi, perché l’affetto per l’allenatore che gli aveva regalato tante emozioni e tre trofei non era ancora del tutto svanito. Stesso punteggio l’anno dopo, venerdì 23 agosto. Insomma, tranne l’ultimo scontro, il tonfo (0-6) di dicembre, verso il suo vecchio allenatore la Lazio non ha mai tremato.

Ma fuori casa? A Milano è un’altra storia. Per andare a trovare una vittoria laziale occorre risalire di sei anni, domenica 31 marzo, quando Milinkovic corse fra le braccia di Inzaghi dopo avere segnato l’unico gol della partita contro l’Inter di Spalletti. Questa sera ci riprova Baroni, che a Milano ha già assaporato la gioia di battere il Milan. Stavolta, però, la sfida si presenta più ardua. E’ vero che la Lazio ha colto la maggior parte dei suoi punti fuori dall’Olimpico, 11 vittorie contro 7, ma di fronte avrà l’Inter che insegue lo scudetto, l’Inter che al Meazza bombarda gli avversari, quasi tre gol a partita. Quindi? Quindi amen, la classifica e gli obbiettivi tuttora raggiungibili costringono Baroni ad impegnarsi per un solo risultato, i suoi giocatori a incassare la testa e tentare la “Mission Impossible”. Con la determinazione e la ferocia di Tom Cruise, il terribile Ethan Hunt che nell’ultimo film della saga dice al “cattivo” Kittridge: “Lei non mi ha mai visto veramente arrabbiato”.

Questa sera Kittridge è Simone Inzaghi, ormai “nemico” a tutti gli effetti, spazzolati via i vecchi sentimenti, per alcuni trasformati in risentimenti. Pazienza se sarà un’aquila un po’ spennacchiata, senza il suo capitano, col solito “ce la farà?” sul capo di Tavares, col fiatone dopo più di 50 partite senza troppe rotazioni, la panchina di Baroni sembra la mensa dei poveri a confronto con il ristorante a tre stelle di Inzaghi.Tutto vero, ma tutto da buttarsi alle spalle quando stasera, nello spogliatoio del Meazza, Baroni e i suoi superstiti dovranno avere in testa soltanto un celebre motto di Napoleone: “Impossibile: una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi”.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi