ROMA - La panchina della Lazio mai è stata così scottante, brucia allenatori. Ecco un altro caro decaduto: Baroni. È più fuori che dentro la Lazio. Lui stesso è esitante, si libererebbe senza troppe remore, stanco di alcune dispute, per ricominciare altrove. Si va verso l’addio e in questo caso sarà stato brevissimo anche il suo orizzonte, inizialmente pensato di tre anni. Cadrà dalla torre dopo un solo anno, dopo Sarri e Tudor. «Me ne vado», hanno detto a Lotito il Comandante e Igor. Baroni non lo farà stando a quanto ha detto domenica: «Se devo essere esonerato non devo dirlo io». È sotto contratto fino al 2026, gli spetta un altro milione, e se lo si vuole sollevare va esonerato, a meno che non si trovi un’uscita consensuale entro il 30 giugno che permetta al tecnico di entrare nel valzer delle panchine. Lotito, in caso di esonero, batterebbe un record personale: mai ha cacciato allenatori a giugno. Il finale choc, allo sbando, ko con il Lecce e niente Europa, porta all’inevitabilità della decisione.
Lazio e Baroni verso la separazione: tutti gli scenari
Non sarà un cambio lampo, avverrà quando Lotito avrà chiaro il nome del sostituto, non svolta finché non è convinto. Ha aperto le riflessioni con Fabiani, il primo confronto è tra presidente e diesse. Il vertice, ieri, era programmato nel giro di 72 ore, ma è possibile che si sia svolto in serata (oggi Lotito sarà impegnato nelle Marche). A Formello si ravvisa la necessità di compiere un’analisi profonda della stagione, partendo da alcuni punti fermi: la delusione per il rendimento casalingo, una vittoria nelle ultime 12 partite di campionato, l’unica in casa nel 2025 contro il Monza condannato alla B. Quattro-cinque punti in più si sarebbero potuti centrare, questo è chiaro nei bilanci del club. Il settimo posto finale, e la Conference sfumata a favore della Fiorentina, spinge al cambio. Il diesse Fabiani, prima del match con il Lecce, aveva aperto come non mai al rinnovo di Baroni: «Quello di Marco Baroni è stato un lavoro straordinario. Ha un altro anno e vorremmo rinnovare, non penso ci saranno problemi». Obbligata la retromarcia.