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La Lazio a casa di Sarri: quando è previsto l’incontro decisivo

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La Lazio a casa di Sarri: quando è previsto l’incontro decisivo Getty Images

Attesa spasmodica per i tifosi biancocelesti, la svolta è sempre più vicina. Ecco il piano di Lotito

Gli ultimissimi metri della corsa a Sarri, gli ultimi palpiti di un’attesa smisurata. Lotito ha un piano: salutare Baroni martedì e nello stesso giorno annunciare la chiusura con il Comandante. In questo tempo sospeso si lavorerà alla chiusura dell’accordo tecnico, manca poco. Oggi il diesse Fabiani sarà a Figline Valdarno, pranzerà con Sarri per sciogliere gli ultimi nodi. Mau vorrebbe qualche garanzia di mercato in più, l’accordo economico è chiuso, i contratti sono stati letti ieri dagli avvocati, c’è l’ok. Sarri sta cercando di strappare più promesse possibili, ma la scelta è fatta. Vuole la Lazio. Solo uno strappo sui piani e un assalto dirompente dell’Atalanta rimetterebbero tutto in discussione. L’interesse della Dea c’è, ma finora è stato teorico, indeterminato in quanto a offerta. I Percassi oltre a Sarri hanno pensato a Thiago Motta, a Palladino e stanno monitorando altri nomi. La Fiorentina non s’è mai mossa per Mau. La Lazio invece ha fatto l’impossibile per convincerlo a tornare: ha scritto il contratto biennale con opzione (2,5 milioni più un ricco bonus Champions da 1 milione) e lo ha fatto recapitare, ha assicurato che confermerà i big, ha dato carta bianca su tanti aspetti e per quanto possibile ha garantito massimo impegno a rinforzare la squadra. Questo è il punto più scivoloso su cui Sarri vuole vederci chiaro fino all’ultimo. Lotito può garantire impegno, ma ci sono vincoli Figc e paletti Uefa che la mancata conferma europea trasforma in impedimenti. Le spese (di gestione e mercato) non possono superare il 70% dei ricavi. La società deve chiudere i riscatti degli acquisti passati: Rovella e Pellegrini per 17 milioni, per Noslin ballano 9 milioni di premi, per Tavares 5 di costo, per Dele-Bashiru poco meno di 4, per Gigot 3,7, solo Dia sarà pagato nel 2026. A gennaio sono arrivati Provstgaard e Belahyane, pesano per 4 e 9,5 milioni. Senza big ceduti le risorse rischiano di essere limitate.

Il nuovo progetto Lazio per Sarri

Lotito e Fabiani sono convinti che la squadra sia valida e che Sarri possa migliorarla. Potrà allenarla preparando una partita a settimana, la condizione migliore per formarla a sua immagine e crearla piacente. Sarri e la Lazio, un’incredibile nuova alba. Era stata una storia indimenticabile, può ricominciare. Forse era destino. Quella brusca interruzione, determinata da fattori interni ed esterni, aveva lasciato amaro in bocca a tutti. Delusione, spiacevolezza per l’accaduto. Lotito si scagliò contro i senatori ribelli, ormai tutti ex, per l’epilogo: «E’ stato tradito», l’accusa più forte mai lanciata nei confronti della squadra nei suoi 20 anni. Riconobbe a Sarri lo stipendio fino a giugno 2024 nonostante fosse dimissionario. Sarri, va detto, gli lasciò l’ultimo anno di contratto da 4 milioni. Il diesse Fabiani in estate ha raccontato che «quando Sarri mi ha comunicato le sue dimissioni mi sono messo a piangere». Il pressing su Mau è iniziato nelle settimane scorse. Velato, poi sfrenato. È uno strano futuro quello che attende la Lazio, sembra nato vecchio perché per la prima volta (a parte la doppia avventura di Reja, arrivato sempre in emergenza) sulla panchina biancoceleste torna un ex. 

Sarri e la nuova sfida

Sarri sa che non troverà la squadra del 2021. Non partirà da zero, quasi tutta la difesa conosce i suoi meccanismi. Dovrà lavorare soprattutto su Tavares, sulle sue crisi, sui suoi infortuni, sulla sua saltuarietà. Mau, nel 2021, lo aveva valutato troppo acerbo, all’epoca aveva 21 anni. Oggi i limiti sono altri, anche le potenzialità. Dele-Bashiru e Noslin sono altri due giocatori da inquadrare. Isaksen chiede un’altra chance. Sarri è un uomo di sfide, una volta ha detto «cominciamo ad avere un’età in cui si pensa che il passato sia sempre più bello». Torna al passato, dal futuro. 

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