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Lazio, il mercato di Sarri è bloccato: le tre regole per gli acquisti

Lotito si batte per uniformarsi all’Uefa già dalla sessione di luglio: la società biancoceleste è ferma in entrata 

Tutti gli scenari possibili 

Lotito, dal punto di vista regolamentare, può chiedere lo “sblocco” entro fine agosto se avrà ripianato il deficit per l’intero importo attraverso cessioni definitive o immissione di liquidità con mezzi propri (finanziamenti, aumento di capitale, eccetera). Negli ultimi giorni, sono emerse le sue intenzioni: la Lazio resta così e non vende i più forti, aspettando tempi migliori a gennaio. Perdere dei big senza poterli sostituire ora significherebbe indebolire il gruppo dei titolari consegnato a Sarri. Non conviene. Eliminare gli esuberi diventa obbligatorio per riequilibrare il monte ingaggi, abbassare il deficit e snellire la lista. 

Ribaltone 

Ci possono essere altre possibilità teoriche, negate fermamente in via Allegri e forse appartengono alla sfera giuridico-legale, posto che siano praticabili. Il Ministero dello Sport e il Governo valutano da tempo una commissione per controllare i costi dei club e del sistema calcio, ma sono stati fatti pochi passi avanti e per la stagione 2025/26 il compito è toccato ancora alla Covisoc. Lotito da anni combatte l’indice di liquidità. Due sentenze del Consiglio di Stato e del Tar del Lazio giocano a suo favore. Preferirebbe un allineamento ai parametri Uefa da subito, non da gennaio, perché gli altri due indicatori non lo bloccherebbero totalmente e fotografano in modo più veritiero lo stato di salute del club. Nelle ultime ore, a livello governativo e sollecitando altri presidenti di Serie A, Lotito ha provato a riaprire il tema del disallineamento luglio-gennaio del mercato. Ora è fuori dal Consiglio di Lega, difficilmente riuscirà a ribaltare uno scenario mai visto in ventuno anni di gestione. I vincoli a cui sono sottoposti altri club non sarebbero tali, attraverso piccoli interventi finanziari, da pregiudicare il mercato. La Lazio è prigioniera e deve scalare una montagna. Questa, per ora, è l’unica certezza. 

I tre parametri per gli acquisti 

Da gennaio (2026) si cambia, per la Serie A niente più indice di liquidità. L’ammissione ad operazioni di tesseramento in entrata dipenderà soltanto dall’indicatore del costo di lavoro allargato (stipendi e acquisizione cartellini) in rapporto ai ricavi e la soglia non potrà superare l’80 per cento. L’allineamento ai parametri Uefa con le nuove Noif (norme federali) entra in vigore dal primo luglio, ma non impatterà sul mercato estivo di luglio e agosto. Per la Covisoc fa fede la fotografia finanziaria dei club di Serie A in cui l’ammissione alle operazioni di tesseramento (mercato in entrata) viene determinata dalla combinazione di tre parametri. L’indice di liquidità (misura attività e passività correnti nell’arco degli ultimi dodici mesi), l’indice di indebitamento (rapporto tra debiti e ricavi), l’indice del costo del lavoro allargato (rapporto ingaggi e ricavi). La Lazio, nella fotografia al 31 marzo, è sotto la soglia indicata per tutti e tre i parametri. Per questo motivo, al momento attuale, non può operare e chiudere acquisti nuovi calciatori, ma soltanto vendere chi è già sotto contratto.   

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