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Lazio, Lotito al palo ma valuta una nuova ipotesi

La Lazio studia le possibili soluzioni per tornare a lavorare in entrata e consegnare i rinforzi promessi a Sarri

Lotito al palo. Sta provando, senza riuscirci, a liberarsi. Aspetta luglio, non trova sponde, cerca alleanze con altri club di Serie A meditando invano mosse legali o governative per ribaltare il tavolo. Tutte le strade sono chiuse. Blocco totale del mercato, viene definito “hard” nel gergo tecnico, ma è davvero poco eccitante per i tifosi. La Lazio è l’unico club della Serie A con tre indicatori di controllo (liquidità, indebitamento, costo allargato del lavoro) fuori soglia. Altre sei società, rilevate all’esame Covisoc con l’indice di liquidità negativo, si sono imbattute nel blocco parziale, definito “soft”, perché sono state ammesse al mercato in entrata per operazioni cosiddette “saldo zero” (uno vendi, uno compri con le stesse cifre). Due società hanno già ripianato, versando soldi. Ecco, dal punto di vista regolamentare e senza alcun impedimento, cosa potrebbe fare la Lazio. Un’immissione di denaro per pareggiare gli indici e sbloccare subito il mercato, senza attendere gennaio, quando conterà solo il parametro Uefa legato al rapporto tra monte ingaggi (comprese commissioni) e ricavi per l’ammissione ai tesseramenti. La società, tagliando gli esuberi, lavora per riequilibrarlo e portarlo al di sotto dell’80 per cento.

L'attesa di Lotito

Lotito ha un altro modo di gestire la società, non ricorre ad aumenti di capitale, ancora meno a prestiti o finanziamenti (in questo caso crescerebbe il debito), e sta predisponendo la società ad attivare un mutuo per la riqualificazione dello stadio Flaminio (in tempi brevi attende l’ok alla conferenza dei servizi). La Lazio finirà di estinguere il debito pregresso e ultra-ventennale (gestione Cragnotti-Capitalia) con il Fisco nel novembre 2026. L’intervento finanziario è l’ultima carta, se necessario, da giocare ad agosto inoltrato.

Le regole

Il tema dei nuovi indicatori di controllo Uefa con decorrenza da anticipare a luglio è fuorviante e sta generando confusione. La norma oggi contestata venne approvata all’unanimità nel Consiglio Federale del 20 dicembre 2023 con il voto favorevole di Casini (all’epoca presidente della Lega di Serie A) e dello stesso Lotito (consigliere federale). Non c’è disallineamento, sono i tempi tecnici previsti (si va alla finestra di gennaio quando una modifica entra in vigore a luglio) com’è successo in precedenza. Si partirà nell’inverno 2026 con il “costo allargato del lavoro” perché le norme non possono essere retroattive e il monitoraggio Covisoc si riferisce alla trimestrale del 31 marzo. Vale l’ultima fotografia per calcolare l’eventuale squilibrio. La prossima sarà il 30 settembre. Non solo. Come fanno notare in via Allegri, due club hanno già ripianato l’indice di liquidità, la Lazio conosceva benissimo i suoi conti e sapeva a cosa andava incontro, non si è fatta trovare pronta a differenza delle altre società. Le Noif riguardano tutti, anche Lotito. La stranezza: la Lazio voleva la Champions e ha fatto acquisti a gennaio (Belahyane, Provstgaard e il prestito di Ibrahimovic) con la formula del “pagherò”, peggiorando i conti. Qui si annida la radice del divorzio da Baroni, che non li ha mai messi in campo.

Il mercato

Ripianare attraverso le cessioni in linea teorica sarebbe un aggiustamento post-datato rispetto ai conti del 31 marzo scorso. Si potrebbe fare un’eccezione, ma nel caso della Lazio si parla di un importo altissimo. Conterebbe la liquidità incassata tra luglio e agosto, non la cifra totale dei cartellini ceduti. Tradotto: Lotito dovrebbe venderne chissà quanti, non gli basterebbe sacrificare Rovella e Taty per sbloccare il mercato. Motivo semplice: nessuno paga e salda subito l’acquisto. Ecco perché la logica lo porta verso una sola strategia. Tenere i big (non compro e non indebolisco la squadra), aspettando gennaio per i rinforzi.

Il muro

La nuova authority governativa di controllo per i conti dello sport (decreto Abodi del luglio 2024) non si è ancora insediata. I tempi potrebbero essere imminenti, ma non così tanto da maturare tra luglio e agosto. La Lazio sta valutando l’ipotesi di una richiesta di riesame prima di rivolgersi al Tar sulla base di precedenti sentenze relative all’indice di liquidità. La Figc ha alzato il muro, non ci sono spiragli di trattativa o di “settlement agreement” modello Uefa. Il patrimonio immobiliare (stimato in circa 300 milioni) testimonia la salute del club, ma non è mai entrato tra gli indicatori dei conti come vorrebbe Lotito. Vedremo se diventerà una carta per uscire dal vicolo cieco.

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