Sta imparando a modo suo, un passo alla volta, tra richiami, pause e ripartenze. Perché non è come gli altri, e proprio per questo Sarri gli ha messo addosso una lente speciale. Il ritiro della Lazio è anche l’inizio di un esame - severo, silenzioso, metodico - che coinvolge Nuno Tavares, il terzino portoghese su cui il Comandante ha scelto di puntare, a patto che l’anarchia si trasformi in disciplina. Il giudizio iniziale, affidato alle parole dello stesso allenatore, è stato chiaro: «Tavares è l’unica incognita del nostro reparto difensivo. È un giocatore anarchico che ha bisogno di tanto lavoro. Ma se riusciremo ad allenarlo nel modo giusto, potrà diventare fortissimo». Un preambolo che ha anticipato ciò che sta accadendo in questi primi giorni di preparazione. Tavares è al centro di un progetto tattico cucito per lui: un apprendistato a tappe, nel quale ogni singolo gesto viene osservato, corretto, guidato.
Il laboratorio Sarri per Tavares
Ogni mattina, nella prima delle due sedute giornaliere, la Lazio lavora divisa per reparti. Chi con i preparatori atletici, chi invece impegnato direttamente con lo staff tecnico. Tavares è sempre con i suoi colleghi di fascia, alle prese con le esercitazioni specifiche che Sarri disegna per costruire la linea. Postura del corpo, movimenti senza palla, tempi di salita e di “fuga” all'indietro quando il pallone è degli avversari: dettagli che diventano fondamentali per chi vuole guadagnare fiducia nel sistema difensivo più rigido del campionato. Proprio nei giorni scorsi, Sarri lo ha ripreso duramente per un atteggiamento giudicato troppo morbido in fase di ripiegamento. Un aspetto sul quale il tecnico non transige. Non si tratta solo di correre, ma di leggere la giocata in anticipo, coprire le linee di passaggio, non perdere mai l’orientamento. La difesa per il Comandante è un’arte geometrica. E in quel quadro, Tavares deve guadagnarsi ancora uno spazio da protagonista. Proprio per questo viene gestito con attenzione, alternandosi con gli altri terzini nelle esercitazioni. Niente sovraccarichi. Con lui, d'altronde, c’è da tenere conto anche della forma fisica visto quanto accaduto nel suo primo anno in Italia. Nuno osserva, si muove, sbaglia, viene corretto. Ricomincia. È un processo lungo, ma necessario.
Le motivazioni di Tavares
C’è anche un’altra motivazione che accompagna il suo lavoro. Tavares ha bisogno di ritrovarsi per ritrovare la maglia del Portogallo. È stato tagliato in extremis per l’ultima fase finale della Nations League (vinta dai lusitani), nonostante fosse stato inizialmente inserito in lista dal ct Roberto Martinez. Con la Lazio ha un’occasione doppia: rilanciarsi in Serie A e guadagnarsi un posto fisso in nazionale. Così, ogni allenamento è un test. Nuno ha iniziato l’esame. E la sua prova più difficile sarà quella di inserire le sue qualità straordinarie dentro uno spartito rigoroso, per esprimere la sua libertà con criterio. Mau lo aspetta lì: tra un ripiegamento corretto, un movimento sincronizzato, e la voglia di dimostrare di poter essere finalmente parte di un’idea. Non un’anarchico, insomma, ma un soldato del Comandante.