MILANO - Trenta secondi in una stanza raffreddata a 30 gradi sotto lo zero, e poi un paio di minuti in una seconda stanza a una temperature fra i 110 e i 160 gradi sotto lo zero: funziona così la criocamera mobile adottata dal Milan, che prova a prevenire e limitare l'impatto degli infortuni con un sistema che "arriva fino a dimezzare i tempi di recupero da contratture, strappi muscolari, forti contusioni e pubalgie", secondo l'esperienza di Marco Tonini, direttore della divisione servizi ospedalieri di Sapio Life. All'interno di questa cella grande quasi come un container, installata a Milanello e che può anche essere trasportata nei tradizionali ritiri invernali a Dubai, il meccanismo di difesa innescato dal freddo è in grado di stimolare la circolazione sanguigna, il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale, con un'azione benefica generale su tutto l'organismo. "Incide sulle cause del dolore, permettendo all'atleta di usare il muscolo infortunato e di non perdere tono. E serve anche per ridurre l'affaticamento degli atleti sani", spiega Tonini, che oggi l'ha testata assieme ai medici e i preparatori atletici di MilanLab, alle prese nell'ultima stagione con una mole di infortuni che ha avuto il suo peso nel calo della squadra. Rugbisti e ciclisti la usano da anni, nel calcio invece sono più diffuse le vasche e criosaune, usate finora anche da MilanLab. "Ma la criocamera di Sapio Life evita lo spiacevole effetto di immergersi in un liquido gelido, è più sicura perché l'azoto passa solo nelle pareti della stanza e ha un effetto migliore perché la testa è esposta alla stessa temperatura del resto del corpo", sottolinea Tonini. Da un anno e mezzo la usano i francesi del Saint-Étienne, il Milan è apripista in Italia, con un investimento "di qualche centinaio di migliaia di euro".