«HO FATTO LA GAVETTA» - Gattuso parla poi di quella che è la sua filosofia in panchina: «Io poca esperienza? Mi fare ridere quando dite che i giovani devono fare esperienza e quando la fanno in giro per l’Europa dite che non basta. Io ho allenato giovanili e prime squadre, l’esperienza l’ho fatta. Io e il mio staff abbiamo i nostri metodi e le nostre idee. Sicuramente giocheremo con una difesa a tre ma la retroguardia deve giocare di reparto. Davanti? Quello vedremo, o due mezze punte con un attaccante o altre soluzionima importanti sono palla, tempo e spazio: bisognerà lavorare su questi tre concetti. La prima cosa però sarà diventare squadra e scendere in campo da squadra: quando sbaglia uno deve esserci il compagno a mettere una pezza, voglio uno spirito battagliero e compattezza. Se facciamo questo il resto viene da sé perché la qualità c'è». Gli chiedono se un posto nelle prime quattro sia possibile: «Champions? Ora non guardo alla classifica, anche se ci sono 72 punti a disposizione. Guardo partita per partita, a partire dalla prossima partita contro il Benevento: è quella la nostra Champions League. Ho giocato per anni a San Siro: se non stai bene mentalmente e fisicamente la palla scotta. La priorità è dare qualcosa in più a livello mentale a questi ragazzi. Se trasmetterò la grinta che avevo io da calciatore? Mi sembra riduttivo parlare del Gattuso calciatore, perché da Coverciano ci sono passato e il patentino da allenatore non me l'hanno regalato. Se non prepari le partita la grinta serve a poco: questo mestiere mi piace e penso di avere le caratteristiche giuste per farlo».
Corriere dello Sport
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