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Gol su gol, ora il Milan fa vedere le stelle

I campioni d’Italia rossoneri sono ripartiti all’attacco: chiusa la stagione dei tanti 1-0 il Diavolo punta al 20° scudetto grazie alle reti delle punte

MILANO - Tutti dentro il mega-progetto di convolare alla seconda stella. Coi gol come specialità della casa. Quasi a dimenticarsi che lo scorso anno il Milan ha ottenuto lo scudetto fortificato dagli 1-0, risultato ripetuto sette volte. Quella, per certi versi, è già un’immagine sbiadita. Appartiene al passato, anche se è proprio ai “vecchi” che Stefano Pioli ha deciso di affidarsi per picconare l’Udinese. È un Milan che ha messo radici, in ogni caso. Il consuntivo dell'estate, tra amichevoli attendibili e questo poker di campionato, porta a 21 gol segnati nell’arco di sei partite.

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L’inedito piace

Ne ha fatti un paio per tempo, due sere fa a San Siro, un Milan che come biglietto da visita ha il tricolore cucito sulla maglia. Un’ideale carica trasferita anche a giocatori come Brahim Diaz, che pure l’anno scorso aveva cominciato sgasando. Gol e assist incorporati, nel battesimo della sua seconda stagione da numero dieci rossonero. L’importante è che lo spagnolo non entri in letargo com’è successo lo scorso anno, dopo un mese folgorante. E' una sinfonia che segna e diverte, quella di Pioli. Col piacere dell’inedito: nel 2022 non era ancora capitato al Milan di segnare quattro volte nella stessa gara, in campionato. L’ultima volta, storia della partita di fine girone lo scorso anno – quella pre-natalizia a Empoli – era stata anche quella di cambiamenti efficaci. Con lo stesso Diaz, per la prima volta “panchinato” per scelta tecnica e l’intenzione di puntare su un Kessie avanzato. La svolta, a San Siro contro l’Udinese, in qualche modo l’ha data proprio lo spagnolo. Uno di quelli consolidati, al suo terzo anno di Milan. Nel senso che le alternative si chiamano Adli e De Ketelaere, da trequartisti: due novità che intrigano fin d’ora – soprattutto il belga, uomo-gol designato assieme al materiale già presente – ma ancora da inserire nei meccanismi rossoneri. Intanto anche Origi ha lasciato tracce di sé davanti al pubblico di San Siro, giocando uno spicchio di partita come Giroud. A parte Ibrahimovic (che pure ieri si è fatto sentire su Instagram: «Il futuro è luminoso»), l’attacco è al gran completo. E ha dato una dimostrazione pratica del suo potenziale, al decollo della stagione.

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Voglia di riscatto

L’impronta del Milan è senza dubbio quella di una squadra offensiva. Trascinata dalla necessità che ha uno come Rebic – per esempio – di dare una passata di cancellino ai recenti alti e bassi. Lo stesso vale per Diaz, finito dentro le celebrazioni della prima vittoria in campionato almeno quanto il croato che ha fatto due gol. Segnali di continuità, dopo il risveglio estivo. Abbinati a una partita al di sotto degli standard di Leao e Messias, che negli ultimi test avevano invece mostrato la dovuta sintonia. La prima giornata non è ingannevole, o fonte di contraddizioni, nel caso del Milan. Serve soltanto a riannodare il filo col passato. E a riprendere un piacevole cammino nel progetto tricolore, stavolta senza sottrarsi all'etichetta di favoriti.

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